Oggi è il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi: per non dimenticare
9 maggio 2011. Sono trascorsi esattamente 33 anni dalla morte di Aldo Moro, dal ritrovamento del suo corpo in Via Caetani nel bagagliaio della Renault 4 rossa. Dopo 55 lunghi giorni di sequestro, le Brigate Rosse eseguirono la condanna per cui il presidente della Democrazia Cristiana era stato catturato. Il 16 marzo del 78, giorno del rapimento e dell'uccisone della scorta del parlamentare, non era una giornata qualunque; si votava la fiducia al governo di solidarietà nazionale appoggiato per la prima volta dal PCI, Partito Comunista Italiano. Una posizione che gli estremisti di sinistra non approvarono, e che vedeva il PCI e i sindacati con: " il compito di funzionare da apparato poliziesco antioperaio, da delatori, da spie del regime. La cattura di Aldo Moro, al quale tutto lo schieramento borghese riconosce il maggior merito del raggiungimento di questo obiettivo, non ha fatto altro che mettere in macroscopica evidenza questa realtà …" come si legge nel secondo comunicato diffuso dalle BR a seguito del rapimento di Moro. Furono giorni di estrema apprensione: l'Italia intera temeva per le sorti del presidente della DC che venne giustiziato dai terroristi proprio il 9 maggio del '78.
In sua memoria, così come in ricordo delle tante vittime delle stragi e delle azioni terroristiche, in Italia così come a Nassiriya e a New York, nel 2007 un disegno di legge approvato all'unanimità dalla Commissione Affari costituzionali del Senato stabilì che, dall'anno seguente per ogni anno, il 9 maggio (giorno in cui ricorre anche l'anniversario della morte di Peppino Impastato) sarebbe stato il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. Quest'anno la celebrazione ha una valenza attualissima, in quanto il tema della giornata si concentra sul ricordo dei servitori dello stato: magistrati, statisti, vittime sacrificali del terrorismo e della violenza di ogni sorta. Come dice il vicepresidente del CSM, Michele Vetti, occorre: "coltivare la memoria, non dimenticare mai chi si è battuto ed ha accettato il rischio di sacrificare la propria vita per ‘stare dalla parte giusta', evitando confusioni tra chi ha presidiato la frontiera dello Stato e chi ha tentato di abbatterla sull'altro versante, dalla parte sbagliata" ma soprattutto è "importante evitare ignobili provocazioni che equiparano Brigate Rosse e magistrati". E' esplicito il riferimento ai manifesti "Via le BR dalle procure" commissionati dal candidato del Pdl Roberto Lassini, indagato adesso per vilipendio all'ordine giudiziario. Un caso che ha scatenato l'indignazione generale e allo stesso tempo ha evidenziato la necessità di evitare spaccature politiche su temi caldi come il terrorismo.
Così scrive il Presidente della Repubblica Napolitano nell'introduzione al volume del Csm che ricorda i magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia, dal nome "Nel loro segno": "Negli anni degli attentati terroristici, l'Italia corse rischi estremi. Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica, su cui poter contare.[…]Quelle riserve vanno accuratamente preservate, ravvivate, e messe in campo contro ogni nuova minaccia nella situazione attuale del Paese e del mondo che ci circonda. E' infatti necessario tenere sempre alta la guardia sia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro l'aggressione mafiosa". Il volume viene presentato oggi nella commemorazione al Quirinale; nel corso delle celebrazione Napolitano accoglierà le famiglie dei magistrati caduti per mano delle BR e delle organizzazioni terroristiche e mafiose. I familiari saranno accompagnati dai presidenti e dai procuratori delle Corti d'Appello dove i magistrati deceduti prestarono servizio.
Per non dimenticare, questa è la formula che si sente ripetere in occasione di giornate commemorative di ogni sorta. Affinché il "Non dimenticare" non diventi uno slogan privo di contenuto e intensità nel corso della cerimonia in ricordo delle vittime, Napolitano presenterà il portale www.memoria.san.beniculturali.it: un progetto nato nel 2005 grazie all'azione e all'impegno di numerose associazioni che hanno contribuito a creare un archivio solido dei fatti, degli uomini e delle donne che hanno perso la vita per mano del "terrorismo, della violenza politica e della criminalità organizzata". Un'iniziativa lodevole per approfondire e conoscere le pagine più sanguinose e raccapriccianti della storia d'Italia. Per non dimenticare, davvero.