Oggi Draghi in Senato: cosa hanno deciso i partiti e come si risolverà la crisi di governo
Mancano poche ore all'arrivo di Mario Draghi nell'Aula del Senato: oggi si decide il destino del governo di larghe intese, dopo lo strappo del Movimento Cinque Stelle che non ha votato il decreto Aiuti. "La maggioranza non c'è più", aveva detto il presidente del Consiglio rassegnando le proprie dimissioni (poi rifiutate da Mattarella). Ma i partiti potrebbero averlo convinto ad andare avanti con un'altra maggioranza senza i pentastellati, uno scenario che lui stesso aveva sempre rifiutato. I colloqui tra le forze politiche sono proseguiti fino a tarda notte, anche se non è ancora chiaro cosa succederà e che linea terranno i partiti a Palazzo Madama. Si aspetta quindi il discorso di Draghi.
I fari sono puntati sui Cinque Stelle, che oggi potrebbero andare incontro all'ennesima emorragia di parlamentari. Giuseppe Conte ha messo in chiaro che se non riceverà risposte concrete sui punti che lui stesso ha portato a Palazzo Chigi, è pronto a chiamarsi fuori dai giochi. Ma non tutti sono disposti a seguirlo: soprattutto alla Camera ci sarebbero circa una ventina di deputati pronti a votare in ogni caso la fiducia e quindi a sostenere il governo.
A quel punto Draghi potrebbe contare comunque su un'ampia maggioranza. È lo scenario auspicato dai partiti di centro, come Italia Viva di Matteo Renzi, ma anche da Forza Italia: andare avanti con Draghi fino al 2023, arrivando così alla scadenza naturale della legislatura, ma senza il M5s. Diversa ancora è la posizione della Lega, che spingeva per andare al voto puntando il dito (oltre che contro i Cinque Stelle) anche contro il Partito democratico. Nel vertice del centrodestra di governo, che si è concluso in nottata, però dovrebbe essere stata trovata una posizione comune: se il M5s è fuori dalla maggioranza, allora avanti con Draghi, magari portando una serie di richieste in vista del rimpasto.
Dopo aver visto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in mattinata, ieri Draghi ha incontrato anche il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Un tête-à-tête che inizialmente aveva infastidito il centrodestra: i mal di pancia sono però stati risolti quando Draghi ha convocato anche i leader di centrodestra a Palazzo Chigi. Nessun incontro, invece, con il presidente Cinque Stelle: una scelta che lascia pensare che la quadra per una nuova maggioranza sia stata infine trovata. Per avere la conferma di quanto accadrà, però, bisogna ancora aspettare il discorso di Draghi in Parlamento.