Sono stato a Pontida, la più iconica manifestazione della Lega dai tempi della sua fondazione. La prima Pontida fu nel 1990, voluta direttamente da Umberto Bossi, oggi siamo nel 2024, ma certe idee – e alcune reliquie – non muoiono mai: qualche maglietta "Padania is not Italy" resiste ancora, anche se non la vendono più da anni. E così, chi non l'aveva comprata vent'anni fa, oggi si è attaccato un foglio di carta su un'altra maglietta, e sul foglio di carta ha scritto: "L'Italia non è una e non lo sarà mai". C'è anche chi rivendica direttamente di essere "bossiana", e perciò per lei "l'Italia non esiste". E tutto questo mentre accanto a loro, patrioti del nord, ci sono persone (e qualche pullman), arrivate direttamente dal sud per applaudire gli stessi leader che stanno applaudendo anche loro. Però meno persone arrivate dal sud, rispetto agli ultimi anni, questa è la mia sensazione. Però ci sono.
La novità di quest'anno è rappresentata dalla presenza di leader europei alleati della Lega, con cui condividono il gruppo e gli scranni all'europarlamento.
È a partire da queste presenze a Pontida 2024, applauditissime, che ho cercato di capire meglio cosa ne pensassero le persone presenti. Non si è trattato, ovviamente, di un sondaggio. I sondaggi devono rispondere a requisiti di scientificità e selezione dei gruppi a cui si rivolgono le domande. Io, invece, ho camminato per la festa, avanti e indietro, semplicemente interessato a parlare con chiunque fosse disponibile a farlo di fronte alla mia telecamera. Volevo capire se conoscevano le persone ospiti sul palco, che stavano applaudendo, e in ogni caso cosa ne pensavano di alcune delle loro dichiarazioni più divisive.
Il numero di coloro che si è dichiarato in disaccordo con tutte le affermazioni che gli ho presentato, è stato zero. Tutti avevano almeno un paio di affermazioni sulle quali concordavano con i leader europei ed extraeuropei presenti, e spesso per le altre trovavano comunque una giustificazione che oscillava tra "non è vero, non l'ha mai detto" fino a "magari ha cambiato idea la settimana dopo, tu cosa ne sai?".
Non ho trovato neanche una persona che conoscesse i leader André Ventura (Portogallo) e Geert Wilders (Paesi Bassi), due dei leader più forti, radicali e vicini alla Lega ospiti a Pontida. Tutti conoscevano invece Viktor Orbán (capo del governo in Ungheria) e Jair Bolsonaro (ex presidente del Brasile). Nessuno, però, conosceva le loro dichiarazioni in modo preciso. Eppure ho presentato loro alcune delle dichiarazioni più famose e dibattute negli ultimi anni.
Ho ricordato quando André Ventura presentò una mozione in cui si proponeva di togliere le ovaie alle donne che avevano abortito. Oppure quando Geert Wilders urla "mai un centesimo all'Italia", riferendosi ai fondi europei (alla faccia dell'alleato). Oppure quando lo stesso Wilders afferma di odiare l'Islam e testualmente dice "abbiamo importato un mostro, e questo mostro si chiama Islam". Di Viktor Orban avevo riportato le dichiarazioni contro qualsiasi manifestazione contro il governo, in quanto "antipatriottiche", oppure quando apre alla possibilità dell'introduzione della pena di morte. Di Bolsonaro quando invitava a evadere le tasse o diceva "se vedo due gay per strada li picchio". O anche: "Ho cinque figli. Quattro ragazzi, poi al quinto sono stato debole e ho avuto una femmina".
Insomma, non dichiarazioni su cui fosse necessario applicare chissà quale coraggio, nel condannarle. Dichiarazioni in contrasto palese con qualsiasi legge italiana, e ovviamente in opposizione evidente alla nostra Costituzione. Eppure, nonostante questo, le condanne sono state poche, limitatissime e non rappresentative della maggioranza. Nessuna persona, per esempio, si è chiesta "perché sto applaudendo una persona che pensa queste cose?" In fondo è anche normale, perché la Lega rappresenta, in Europa, l'alleata di ferro di questi partiti. Lei alleata a loro, e loro alleata a lei. Quando André Ventura ha urlato dal palco "la vittoria sarà nostra", includeva nel plurale anche la Lega. Ancora più chiaro Geert Wilders , che riferendosi a Salvini ha esordito sul palco scandendo in italiano "Matteo, mio amico, ti amo!"
Da ricordare anche l'eurodeputato Roberto Vannacci, che ho sollecitato sulle stesse dichiarazioni e mi ha riposto "non mi imbarazzano per niente". E il giorno dopo ha provato a sviare l'argomento attaccando me e Fanpage.it, ma finendo soltanto per dimostrare che aveva torto anche su Christian Raimo.
Questa è stata Pontida 2024: sempre un po' più a destra, ma in fondo senza perdere le sue radici più profonde. C'è chi preferisce odiare le persone meridionali e chi gli immigrati, ma quasi sempre – a Pontida – scelgono di sostenere politiche economiche e sociali contro entrambi.