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Ocean Viking ancora senza un porto, fatta sbarcare con urgenza una donna incinta

La nave Ocean Viking, che si trova in zona Sar al largo della Libia, ha chiesto di poter evacuare una donna incinta, al nono mese di gravidanza: la richiesta è stata accolta e la donna è stata evacuata insieme al marito. Tra i naufraghi ci sono 17 minori non accompagnati e un bimbo che ha meno di un anno.
A cura di Annalisa Cangemi
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AGGIORNAMENTO: La donna incinta di nove mesi è stata evacuata dalla Ocean Viking insieme a suo marito. Medici senza Frontiere aveva chiesto di far evacuare la donna che aveva sviluppato "gravi complicanze". In un tweet Sos Mediterranee è tornata a chiedere un porto in cui sbarcare riportando la notizia riguardante la donna e suo marito: "Una donna incinta di 9 mesi e suo marito sono stati evacuati dalla Ocean Viking a Malta a causa di complicazioni mediche serie. Ancora una volta abbiamo chiesto un porto sicuro per lo sbarco degli altri 82 sopravvissuti". La Ocean Viking aveva contattato le autorità marittime più vicine per chiedere l’immediata evacuazione medica, ricevendo risposta da Malta. Invece la richiesta di approdare in un porto sicuro è stata inoltrata direttamente anche alle autorità italiane.

La nave delle ong Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere, Ocean Viking, è ancora in mare, con oltre 80 persone a bordo, e chiede di poter attraccare in Italia. L'organizzazione umanitaria ha inoltrato oggi alle autorità marittime di Italia e Malta una richiesta di evacuazione medica per una donna incinta, al nono mese di gravidanza, soccorsa l'8 settembre. L'imbarcazione ha virato verso Nord "per avvicinarsi alla possibile posizione dell'evacuazione medica e ridurre la distanza che verrebbe percorsa in elicottero per portare la donna in un ospedale sulla terraferma", ha scritto Medici senza Frontiere su Twitter.

"È una misura precauzionale – hanno spiegato dall'ong – per potenziali complicanze che potrebbero insorgere durante un parto a bordo". La nave dell'ong si trova ancora nella zona di ricerca e soccorso a largo della Libia, e tra i naufraghi ci sono due donne incinte e 17 minori non accompagnati. Il più piccolo naufrago ha meno di un anno. Le autorità libiche hanno messo a disposizione un porto per lo sbarco, ma l'organizzazione vuole portare queste 84 persone al sicuro. "Molte delle persone soccorse riportano segni di violenza fisica e sessuale", hanno spiegato i volontari di Medici senza frontiere. "Una cosa che ci sta colpendo è l'elevato numero di persone che riportano segni di violenze fisiche e sessuali sui loro corpi", ha detto uno dei membri di Msf Italia, in un video postato su Twitter. Mentre un altro membro dello staff internazionale di Msf, Yuka Crickmar, che si occupa delle questioni umanitarie, ha raccontato la sua esperienza: "Ho visto sui loro corpi cicatrici di ferite di coltello e da armi da fuoco, ho visto nei loro corpi i buchi, lasciati dalla plastica che si scioglieva e il fuoco ha bruciato la pelle".

Salvini: "Pessimo segnale se il governo riaprirà i porti"

"Se il nuovo governo riaprirà i porti e non li bloccherà come abbiamo fatto noi la settimana scorsa, sarà un pessimo segnale, perché a quel punto ripartiranno tutti quanti e si tornerà al passato", lo ha detto l'ex ministro degli Interni Matteo Salvini da Spello (Perugia), dove si trovava per un comizio. "Mi auguro che l'attuale governo rispetti le leggi che sono in vigore e quindi impedisca l'ingresso a chi illegalmente vuole arrivare in Italia – ha rimarcato l'ex vicepremier – lo vedremo nelle prossime ore".

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