Obbligo vaccinale, quando deciderà il governo: i dati da tenere sotto osservazione
"Gli italiani hanno dimostrato grande disponibilità nei confronti delle vaccinazioni. Poi a fine settembre faremo le giuste valutazioni in base a quello che sarà il quadro dei dati dei vaccinati", lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intercettato dai microfoni di Fanpage.it, rispondendo a una domanda sull'obbligo vaccinale. Tema che continua a innescare le polemiche all'interno della maggioranza del governo, con la Lega che continua a dirsi contrario alla possibilità di rendere la vaccinazione contro il coronavirus obbligatoria per tutti i cittadini.
"Dobbiamo continuare a rinnovare il rapporto di fiducia con i cittadini. Sono convinto che i tanti cittadini che ad oggi non si sono vaccinati probabilmente hanno bisogno di essere convinti e rassicurati. Non credo che la radicalizzazione del confronto possa portare a risultati positivi", ha sottolineato il sottosegretario. Per poi precisare: "L'obbligo di per sé non deve essere un tabù per il governo, lo abbiamo tra l'altro già previsto per il personale sanitario. Proseguiamo nella campagna di vaccinazione, poi ovviamente valuteremo se sarà il caso di introdurre l'obbligo per altre categorie. Lo valuteremo al momento opportuno".
Il sottosegretario è fiducioso e afferma che entro fine settembre con ogni probabilità si raggiungerà e supererà la percentuale dell'80% di vaccinati in Italia. Sottolineando però allo stesso tempo che ci siano le condizioni per aumentare ancora il numero di vaccinati nel nostro Paese.
Intanto, continua la discussione sull'obbligo vaccinale. Secondo il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, l'ultima parola dovrebbe arrivare dagli esperti: "Se la comunità scientifica ci dirà che il Green Pass non basta, servirà l'obbligo di vaccini". Dall'Agenzia europea del farmaco, però, rilanciano: la decisione sull'obbligo vaccinale è una decisione politica, che spetta quindi ai singoli Stati. "La decisione su come somministrare le vaccinazioni è prerogativa delle istituzioni che guidano la campagna vaccinale in ogni Stato membro dell'Ue, tenendo conto di fattori come le condizioni epidemiologiche locali, la diffusione del virus, la disponibilità dei vaccini e le capacità del sistema sanitario nazionale", ha spiegato l'Ema.