Obbligo vaccinale, per il governo le sanzioni previste per i No Vax sono gravose
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha dichiarato che le multe previste per coloro che non rispettano l'obbligo vaccinale imposto dal governo a tutti gli over 50 dallo scorso 5 gennaio saranno in grado di spronare i No Vax a immunizzarsi.
Le sanzioni, che in caso di violazione saranno irrogate dall’Agenzia delle Entrate, per Costa sono gravose: "La multa di 100 euro per chi non rispetta l'obbligo vaccinale si va a sommare a tutte quelle attività che chi non si vaccina non può fare. Chi si presenta a lavoro senza green pass avrà multe consistenti e ripetute ogni volta che non si rispetta questa regola. C’è un sistema sanzionatorio gravoso e consistente. A convincere i non vaccinati devono essere anche altri elementi, come il dato che ricorda come l’80% dei pazienti che occupano le terapie intensive non sono vaccinati", ha detto questa mattina a “The Breakfast Club” su Radio Capital.
Le norme in vigore prevedono sanzioni da 100 a 3mila euro per i No Vax: multa di 100 euro, una tantum, che scatta per tutti gli over 50, anche non occupati, che non si vaccinano; prevista inoltre la sospensione dal lavoro, senza retribuzione, se il cittadino over 50 è un lavoratore; viene poi comminata una multa da 600 a 1500 euro se l'obbligato al vaccino viene trovato sul luogo di lavoro senza Green Pass rafforzato (quello rilasciato unicamente dopo la vaccinazione o dopo la guarigione). Se la violazione è reiterata violazione la sanzione è raddoppiata.
L'obbligo vaccinale potrebbe essere esteso ad altre fasce d'età
Costa non esclude che li step successivo possa essere un allargamento dell'obbligo vaccinale a tutti i lavoratori: "Il nostro governo ha adottato il principio di gradualità in tutte le misure approvate fino a oggi. L'enorme numero di regole che effettivamente ci sono riguardano i non vaccinati. Per chi è vaccinato non cambia nulla. Il super green pass viene generato automaticamente e per loro tutte le attività sono aperte. Per quanto riguarda le quarantene abbiamo semplificato molto per chi ha ricevuto la dose booster".
"Oggi abbiamo fatto questa scelta sugli over 50 perché i dati ci dicono che sono quella categoria che rischia di più di contrarre il covid, con conseguenze più gravi", ha detto ancora il sottosegretario. "Non dobbiamo guardare il numero dei contagi, ma quello dei ricoverati e la pressione sui nostri ospedali. Ed è ragionevole pensare che una quota dei contagiati possano essere cittadini non vaccinati e sono loro che occupano le nostre terapie intensive in maniera maggioritaria. Quindi – ha aggiunto Costa – l‘idea di introdurre l'obbligo per una platea di circa 2 milioni e 300 mila concittadini non vaccinati va nella direzione di cercare di ridurre la platea".
L'obbligo "non è un tabù" e "valutiamo di volta in volta il quadro epidemiologico. Ad oggi, abbiamo valutato l'estensione agli over 50, ci auguriamo che questa estensione possa aiutarci ad affrontare il momento della lotta alla pandemia ma pronti a valutare successivamente se ci sarà bisogno di allargare o prendere altri provvedimenti".
Governo rivendica apertura delle scuole in presenza
Rimandare l'apertura delle scuole "di qualche giorno, credo che il pericolo era aprire un fronte rispetto al quale sarebbe stato difficile tornare indietro", ha precisato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, su RaiNews24, rivendicando la scelta fatta dal governo. "Qual era poi il parametro per rientrare a scuola? Credo che sia stato molto più corretto partire nella consapevolezza che ci sono regole che oggi ci permettono la gestione in sicurezza delle scuole".
Nella scuola "c'è una rete e un sistema di protezione che, nelle prossime settimane, provocherà il fatto che molte classi finiranno in Dad", ha detto ancora riferendosi al nuovo protocollo per le quarantene in classe. "Ma ce ne saranno altre che torneranno in presenza, perché nel frattempo lo studente che oggi è positivo fra una settimana si negativizzerà e potrà tornare a scuola".
"Il messaggio da dare al Paese deve essere di prospettiva se vogliamo dar forza e credibilità a ciò che sosteniamo, cioè che il vaccino è l'unica via d'uscita dalla pandemia. Apertura della scuola in presenza non ha voluto significare uno strappo con le Regioni, è stato un percorso condiviso".