Obbligo vaccinale, il governo potrebbe introdurlo per le categorie a contatto con il pubblico
Il governo potrebbe riconsiderare l'obbligo vaccinale per tutti, una misura che per il momento sembrava accantonata. In alternativa è stato allargato nei mesi scorsi il green pass, previsto dallo scorso 15 ottobre anche nei luoghi di lavoro, pubblici e privati. L'esecutivo sta valutando adesso una riduzione della durata del lasciapassare, che per i vaccinati in questo momento ha una durata di 12 mesi, ma visto che la risposta anticorpale diminuisce sensibilmente dopo sei mesi, l'intenzione è quella di portare la validità a 9 mesi. Da lunedì 22 novembre anche i 40enni e i 50enni potranno prenotare l'appuntamento per le terze dosi: restringere la durata del Green pass serve anche per spingere i cittadini a effettuare il richiamo, per non rischiare di rimanere senza Green pass.
Il vaccino è obbligatorio per medici e personale delle Rsa, ma per queste categorie la terza dose non è ancora diventata obbligatoria. Anche su questo punto l'esecutivo dovrebbe intervenire, per far sì che anche i richiami siano necessari per poter esercitare la professione. personale delle Rsa, a contatto con persone fragili. Un provvedimento potrebbe arrivare già la prossima settimana.
Tra le altre misure allo studio ce ne è una che riguarda i tamponi, che potrebbero non bastare più per ottenere il Green pass. Un'altra ipotesi, sui cui spinge il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi, è l'esclusione del test rapido antigenico dal certificato verde, lasciando solo la possibilità di sottoporsi a un molecolare. Un'altra idea sul tavolo è quella di mantenere il tampone rapido, ma ridurne la validità da 48 a 24 ore.
Governo valuta anche l'obbligo vaccinale
L'Austria sarà il primo Paese in Europa a rendere obbligatorio il vaccino: l'obbligo scatterà dal 1 febbraio- Una misura simile è già in vigore in Indonesia, dove sono previste multe o la possibilità di non curare coloro che non sono vaccinati. Anche in Micronesia e in Turkmenistan è stata resa obbligatoria la vaccinazione per tutti i cittadini dai 18 anni in su.
"L'obbligo vaccinale non è mai stato escluso dal governo, è sempre stato nell'orizzonte delle possibilità. C'è già per alcune di categorie di lavoratori e se si decidesse di introdurlo andrebbe anzitutto a toccare quelle categorie di lavoratori che sono più a contatto con il pubblico. Poi la decisione spetta al decisore politico sulla base dei dati scientifici", ha spiegato Sandra Zampa, consulente del ministro Speranza e responsabile Salute del Pd, già sottosegretaria nel governo Conte 2, intervenuta questa sera a Otto e mezzo su La7.
Se si parla di categorie a contatto con il pubblico ci si riferisce prima di tutto al mondo della scuola, alle forze dell'ordine, ai dipendenti della Pubblica amministrazione, come conferma anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli: "Si possono considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, ad esempio forze ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie connotate da un'alta percentuale di vaccinazione".
"Il primo passaggio che farà il governo sarà ascoltare i governatori – ha aggiunto Zampa – Il Green pass può prevedere che la durata del tampone sia ridotta, oppure accorciare la durata dello stesso Green pass. Ma dobbiamo correre con la terza dose, attivandoci come per la campagna vaccinale, con particolare attenzione alle persone con più di 70 anni e rinnovando l'obbligo per i medici e i sanitari"
"L' Austria è la prima in Europa che introdurrà il vaccino obbligatorio. Anche in Italia, nonostante la situazione migliore, sono convinta che per proteggere dal virus sia necessario l'obbligo. Lo penso da mesi, l'ho scritto a settembre su Il Messaggero. E oggi è venuto il momento di agire", ha scritto su Twitter la deputata Pd ed ex ministra Paola De Micheli.
Dell'urgenza di introdurre un obbligo vaccinale per coloro che lavorano nel pubblico ha parlato oggi anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani di Roma: "Bisogna ampliare la fascia dell'obbligo vaccinale a tutte le persone che hanno rapporti con il pubblico, a partire dal personale sanitario, le forze dell'ordine, il personale scolastico docente e non docente, i dipendenti della grande distribuzione. Bisogna con coraggio andare avanti e allargare l'obbligo vaccinale a queste categorie".
Secondo Locatelli comunque quella di introdurre l'obbligo del vaccino per tutti è "un'opzione estrema".