Obbligo vaccinale, governo pensa al modello francese: green pass per accedere a eventi e locali
L’Italia potrebbe seguire l’esempio della Francia e adottare l’obbligo di green pass per accedere a tutti gli eventi, ma anche ad alcuni luoghi come bar, cinema, ristoranti, centri commerciali e mezzi di trasporto. Il governo sta valutando questa ipotesi, sulla scia di quanto annunciato dal presidente francese Emmanuel Macron: la certificazione servirà per entrare nei locali e nei ristoranti, ma anche per salire su aerei e treni. Un annuncio che ha portato a un record di prenotazioni del vaccino anti-Covid: un milione in poche ore. Il successo dell’iniziativa in Francia sembra spingere anche il governo italiano verso una riflessione simile, ma la politica si divide sul tema.
Governo valuta green pass per accedere a eventi e locali
Alcune Regioni chiedono di applicare il modello francese, anche sulla spinta del commissario Francesco Paolo Figliuolo, che ritiene applicabile lo stesso metodo anche in Italia, con la possibilità di accedere anche ricorrendo semplicemente al tampone. Dal governo a prendere posizione è il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che chiede di rivedere i parametri per l’ingresso in zona gialla delle Regioni e di utilizzare il green pass per evitare le chiusure. In un’intervista al Messaggero Sileri parla della possibilità di ricorrere al green pass per evitare la quarantena per chi ha ricevuto due dosi di vaccino e per accedere a eventi e locali: “Pensiamo alle discoteche, se concedessimo ai locali di aprire per i clienti con il green pass, avremmo la corsa di chi ha tra i 18 e i 40 anni a vaccinarsi”.
Green pass alla francese, le posizioni dei partiti
La linea di Figliuolo e di Sileri viene condivisa da una parte dei parlamentari del Pd e da alcuni presidenti di Regione. Per Italia Viva e il suo leader Matteo Renzi servirebbe un “obbligo vaccinale al personale sanitario e scolastico”, mentre esprime più dubbi il Movimento 5 Stelle. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, parla invece di “follia anticostituzionale” e di “idea raggelante”. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, taglia corto: “Non scherziamo”. Le Regioni chiedono una linea univoca del governo sul tema, magari facilitando la vita a chi ha ricevuto la vaccinazione completa. Non tutti i presidenti di Regione, però, condividono l’idea del green pass come lasciapassare. Così come sono divise le associazioni di categoria: si passa dalla contrarietà di Fipe-Confcommercio al sì di Federalberghi.
Le misure allo studio del governo: non solo green pass
Il governo valuterà nei prossimi giorni questa opzione insieme ad altre misure in scadenza a breve. La prima è lo stato di emergenza, che è valido fino al 31 luglio: sembra molto probabile una proroga almeno fino a fine ottobre. Estensione quasi certa anche per l’ordinanza che ha eliminato l’obbligo di mascherina all’aperto in zona bianca. Un’altra valutazione in corso è quella sui rientri dall’estero e da Paesi con una maggiore circolazione della variante Delta, come Spagna e Portogallo: potrebbe essere introdotta una quarantena obbligatoria di cinque giorni al ritorno in Italia. Qualsiasi decisione, comunque, non dovrebbe arrivare prima di qualche giorno. Probabilmente si attenderà almeno il monitoraggio di venerdì prima di capire quale linea seguire e nei prossimi giorni potrebbe essere fissato un incontro del Cts.