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Obbligo vaccinale, cos’è e quando deciderà il governo

L’obbligo vaccinale contro il Covid allargato alla popolazione è un’ipotesi sempre più concreta. Il governo ci riflette, ma pesano le divisioni interne sul tema. Si aspetteranno i dati dei prossimi giorni, ma una decisione potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Il dato decisivo è la percentuale di popolazione che si riuscirà a vaccinare, visto il crollo delle somministrazioni ad agosto. Se non si arriverà velocemente all’80% degli italiani immunizzati, potrebbe arrivare l’obbligo dai 40 anni in su.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'inserimento dell'obbligo vaccinale contro il Covid si fa sempre più concreto. Il governo prende tempo, ma l'autunno sta arrivando e nelle prossime settimane ci saranno una serie di eventi chiave che non si possono ignorare: uno su tutti la ripresa scolastica a metà settembre per milioni di studenti in presenza. I dati delle prossime settimane saranno fondamentali per prendere una decisione che, al momento, è nell'aria ma nessuno vorrebbe prendere. Le opzioni sono due: allungare ancora la lista delle attività per cui serve il green pass o inserire il vaccino obbligatorio. Anche perché, come è stato chiaro fin dall'inizio, la certificazione verde non è un obbligo, ma quantomeno un forte incentivo a vaccinarsi.

Quando e perché il governo deciderà sul vaccino obbligatorio

Il governo è diviso, con la Lega per il no all'obbligo contro il Pd e Forza Italia, e prende tempo. Oggi la ministra Gelmini ha spiegato chiaramente al Corriere la roadmap che potrebbe portare all'obbligatorietà del vaccino contro il Covid: "Se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell’80% della popolazione non vedrei alternative". Insomma, bisogna aspettare ancora le prossime due settimane, soprattutto per capire se il crollo delle vaccinazioni registrato ad agosto – da 550mila dosi al giorno a meno di 200mila – è frutto delle vacanze o non solo. Una cosa è certa, per la ministra "una decisione del genere però spetta al Parlamento". Gelmini si riferisce all'articolo 32 della Costituzione, che prevede che:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Inserire l'obbligo vaccinale, così come ce ne sono tanti altri, "non è un’eresia", ha insistito la ministra, "esiste già per alcune malattie". Il punto, però, è che servirebbe una legge e quindi andrebbe coinvolto il Parlamento. Certo, anche con un decreto legge come nel caso dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario.

Per chi sarà obbligatorio il vaccino contro il Covid in autunno

L'obbligo vaccinale sul quale sta riflettendo il governo, che comunque difficilmente prenderà una decisione nei prossimi giorni, non è generalizzato a tutta la popolazione. Le indiscrezioni che filtrano da questo punto di vista sono abbastanza allineate: il dato decisivo sarà la soglia dell'80% della popolazione immunizzata, se questa quota non verrà raggiunta o si capirà che non si potrà raggiungere allora si agirà di conseguenza. Ammesso che questo accada la somministrazione obbligatoria del vaccino contro il Covid dovrebbe scattare almeno per la popolazione dai 40 anni in su, o forse addirittura dai 50. Per sapere cosa deciderà il governo, però, bisogna aspettare ancora. Saranno fondamentali i dati delle vaccinazioni e i dati epidemiologici. Chiuso il capitolo agosto si apre settembre: l'inizio di un autunno che rischia di essere molto caldo.

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