Obbligo green pass per lavoratori domestici: oltre 600mila colf, badanti e baby sitter senza vaccino
Dal 15 ottobre il green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori, anche quelli domestici. Si tratta di una platea stimata di circa 2 milioni di persone tra colf, badanti e baby sitter, di cui almeno un quarto potrebbe essere ancora non vaccinata. È il Sole 24 Ore a fornire due diverse stime: secondo le valutazioni dell’associazione datoriale Domina sono 600mila i lavoratori domestici senza green pass, mentre a giudizio di Assindatcolf questo numero potrebbe salire fino al milione di non vaccinati, cioè circa la metà della platea. Quale che sia la cifra reale, resta il fatto che tantissimi lavoratori domestici dovranno mettersi in regola al più presto.
Si parla di circa 900mila dipendenti in regola e quasi 1,1 milioni stimati in nero, quindi un totale di 2 milioni. Tra di loro ci sono 240mila baby sitter, 740mila badanti e oltre 1 milione di colf. Le associazioni hanno chiesto al governo, negli scorsi mesi, prima di facilitare l’accesso alla vaccinazione per i lavoratori domestici, poi di introdurre il green pass anche per questa categoria. Il problema è che l’adesione alla vaccinazione sembra essere scarsa finora e tra questi lavoratori ce ne sono molti che vengono da Paesi con una bassa copertura vaccinale, anche nettamente inferiore rispetto a quella italiana.
I lavoratori domestici non vaccinati
Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, spiega qual è la situazione attuale: “Molte badanti che convivono con gli assistiti si sono vaccinate già nella primavera. Ma in base alle segnalazioni che riceviamo dalle famiglie nostre associate, stimiamo che il 30% dei lavoratori non siano ancora vaccinati”. Secondo questa stima, quindi, parleremmo di circa 600mila persone senza green pass. Questi lavoratori dovrebbero quindi vaccinarsi entro il 15 ottobre, per evitare la sospensione dell’impiego. Come ricorda ancora Gasparrini, “quasi il 40% dei lavoratori domestici proviene dall’Est Europa. Nelle lavoratrici di quest’area geografica c’è una certa ritrosia alla vaccinazione, sia per motivi culturali, sia forse perché in certi Paesi non c’è stata propaganda per promuovere la diffusione del vaccino. Molte lavoratrici dell'Est, poi, si sono vaccinate in patria con lo Sputnik, che non è riconosciuto dall’Ema e quindi non dà accesso al green pass”.
Il rischio di essere sostituiti per i lavoratori senza green pass
Leggermente diversi i dati forniti da Andrea Zini, presidente Assindatcolf: “Dalle richiesta di assistenza che riceviamo dai nostri associati stimiamo che il numero di domestici non vaccinati possa arrivare al 50%. Siamo dunque favorevoli al provvedimento del governo e pensiamo che i lavoratori del settore debbano considerare seriamente gli effetti della scelta di una mancata vaccinazione. Cessato il rapporto di lavoro con una famiglia, infatti, anche la famiglia successiva chiederà il green pass: insomma, ci sarà una selezione naturale degli assistenti familiari, nella quale chi ha il green pass sarà preferito rispetto agli altri”. Ricordiamo che in caso di mancanza di green pass le famiglie dovrebbero sospendere i lavoratori: in caso contrario il rischio è di una multa sia per le famiglie che per i lavoratori domestici.