Nuovo soccorso di migranti a Lampedusa, a bordo della barca c’è anche un cadavere
Nella notte tra l'8 e il 9 marzo sono sbarcate sull'isola di Lampedusa più di settecento persone migranti. La Guardia costiera è intervenuta anche per il naufragio di una barca in zona Sar (ricerca e soccorso) italiana. A bordo c'erano venti persone, tra cui due donne. Nel naufragio è stato recuperato il cadavere di una giovane donna. Non è stato ancora chiarito se sia morta nel naufragio – la barca era lunga circa 8 metri e il mare era molto agitato – o durante la traversata. Il naufragio è avvenuto a circa venti miglia dalle coste di Lampedusa.
Per la precisione, gli arrivi sull'isola dopo la mezzanotte sono stati 705, con diciassette sbarchi diversi. Nella giornata di ieri, invece, i soccorsi erano stati tredici in tutto, per un totale di 470 persone. Nelle ultime ventiquattr'ore, quindi, sono arrivate a Lampedusa 1.175 persone. In questo modo, l'hotspot si contrada Imbriacola presente sull'isola, che ha una capienza di circa 400 posti, si trova ad ospitare più di 1.300 persone.
Pochi giorni fa, la Guardia costiera aveva soccorso 211 persone migranti su una sola imbarcazione. Anche in questo caso, come durante la strage di Cutro, le condizioni meteo erano avverse. La barca aveva iniziato a imbarcare acqua a poche miglia dalla costa di Lampedusa quando la Guardia costiera è intervenuta.
Tra le persone soccorse ieri e oggi ci sono anche diverse donne e minorenni. I loro Paesi di origine, secondo quanto riportato dalle autorità, sono principalmente Siria, Yemen, Ciad, Sudan, Senegal, Mali, Guinea, Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Liberia e Gambia. Le persone che sono state salvate hanno detto di essere tutte partite da Sfax, in Tunisia. La traversata, secondo quanto hanno raccontato, è stata particolarmente difficile a causa del mare molto mosso.
Life support a Fanpage: "Non ci sono Ong nel Mediterraneo e si continuano ad assegnare porti lontani"
Le operazioni di soccorso sono state gestite dalla Guardia costiera anche perché in questo momento, come ha riferito la nave Life support di Emergency a Fanpage.it, "non c'è nessuna nave (di Ong, ndr) presente nelle acqua internazionali davanti alla Libia". La Life support ha soccorso 105 persone – tra cui sei bambini sotto i dieci anni – in acque internazionali, ma non sarà operativa per alcuni giorni perché deve navigare fino a Brindisi per aver e un porto sicuro.
"Dicono che si vuole distribuire il carico tra i diversi porti italiani, a noi però non risulta che in questi giorni in Sicilia e Calabria ci siano stati altri sbarchi, oltre a quello di Cutro, quindi dire che i porti sono sovraccarichi non è vero. Non vediamo insomma ragioni tecniche, ci sembra un approccio politico", ha dichiarato il Capo missione Sar di Emergency a Fanpage. "Le volte che ci è stato assegnato un porto lontano abbiamo chiesto l'accesso agli atti, per verificare le ragioni di questa prassi. Fino ad ora ci è stato negato".