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Referendum sulla cittadinanza, +Europa lancia la raccolta firme: cosa dice il testo

Niente Ius scholae o Ius soli: una proposta di referendum sulla cittadinanza, con quesito già depositato, potrà iniziare la raccolta firme nei prossimi giorni. A promuoverla è +Europa con altri partiti e associazioni. il testo prevede di abbassare il requisito di anni vissuti in Italia: così si aiuterebbero oltre due milioni di possibili nuovi cittadini.
A cura di Luca Pons
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Il dibattito sulla cittadinanza italiana si allarga, e dopo settimane di discussione sullo Ius scholae arriva un'altra proposta: cancellare parte della legge attualmente in vigore, per far sì che i cittadini stranieri che diventano maggiorenni debbano avere solo cinque anni di residenza in Italia, e non dieci. Una riforma apparentemente semplice, ma che anticiperebbe l'accesso alla cittadinanza per oltre due milioni di persone. Il modo per arrivare a questa riforma è un referendum il cui quesito è stato depositato in Cassazione e la raccolta firme potrà partire nei prossimi giorni anche online, dall'apposito sito istituzionale.

Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, è tra i principali promotori dell'iniziativa insieme a varie altre associazioni e partiti con la campagna Figlie e figli d'Italia. Concretamente, il referendum chiede di abrogare due piccole parti di un articolo della legge 91 del 1992, quella che regola la cittadinanza oggi.

All'articolo 9 si stabilisce che la cittadinanza può andare "allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica". Ma, cancellando questa frase e modificandone un'altra, la norma che risulterebbe dopo il referendum reciterebbe che la cittadinanza può andare "allo straniero maggiorenne che risiede legalmente nel territorio della Repubblica da almeno cinque anni".

Non cambierebbe quindi l'età limite, che resterebbe a 18 anni, ma il requisito diventerebbe meno stringente: solo cinque anni di residenza in Italia, invece di dieci. In sostanza potrebbe ottenerla chi ha iniziato a vivere in Italia da quando aveva fino a 13 anni, invece che fino a 8 anni.

"Parliamo di 2 milioni e duecentomila cittadini stranieri che ad oggi sarebbero nelle condizioni di ottenere la cittadinanza, più i loro figli, circa 500 mila bambine e bambini", ha insistito Magi. Si tratta, ha sottolineato, di "molti più quelli che sarebbero interessati dallo Ius scholae, circa 500mila persone, e dallo Ius soli che riguarderebbe circa un milione e mezzo di persone. Una riforma semplice ma anche rivoluzionaria".

"Ci aspettiamo che chi in questi giorni si è detto favorevole a una riforma della legge sulla cittadinanza appoggi questo referendum. Alla retorica del ‘prima gli italiani', rispondiamo con ‘italiani prima'", ha affermato Magi. E in effetti, un primo sostegno è arrivato dal Partito democratico.

Elly Schlein ha ribadito che "la legge va cambiata", e in una dichiarazione Marwa Mahmoud (responsabile Partecipazione del partito) e Pierfrancesco Majorino (responsabile Politiche migratorie) hanno confermato: "Il nostro Paese ha bisogno di compiere un grande salto di qualità sul tema della cittadinanza. Non faremo mancare le nostre firme alla loro iniziativa".

Il Pd preparerà anche una proposta di legge, ma Magi si è detto scettico: "Crediamo che non ci siano le condizioni in Parlamento per una nuova legge e questa legislatura rischia di essere l’ennesima senza che venga messo mano alle regole per ottenere la cittadinanza italiana". Per questo, il referendum dovrebbe servire come ‘rete di sicurezza' nel caso in cui le trattative politiche si arenassero, come successo altre volte in passato.

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