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Nuovo record negativo di nascite in Italia nel 2023, e quest’anno va anche peggio: il rapporto Istat

Lo scorso anno sono nati 379.890 bambini in Italia, 13mila in meno del 2022 e quasi 200mila in meno del 2008. È un record negativo, ma probabilmente sarà superato dal 2024. A farlo sapere è il nuovo rapporto Istat sulla natalità e fecondità.
A cura di Luca Pons
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L'Italia fa segnare un altro record al ribasso sulla natalità, e con tutta probabilità il calo non si fermerà qui. L'Istat ha comunicato, nel suo ultimo rapporto su natalità e fecondità, che nel 2023 sono nati solamente 379.890 bambini in Italia. È il dato più basso mai registrato da quando è partita la serie. Il calo tocca anche la fecondità, cioè il numero di figli per donna tra i 15 e i 49 anni.

Scendono non solo i secondi figli, ma anche i primogeniti. E ci sono tutti gli elementi per pensare che quando arriveranno i dati su quest'anno sarà anche peggio: nei primi sette mesi del 2024, le nascite sono state 4.600 in meno dello stesso periodo l'anno scorso.

Nati al minimo storico, cala anche la fecondità

Parlando di anni completi, quello del 2023 è il peggior risultato di sempre. Le nascite sono state circa 13mila in meno rispetto all'anno precedente. Facendo il paragone con il 2008, il ‘miglior' anno per la natalità dal Duemila in poi, il calo è stato di quasi 200mila bambini. Nel 2023, per ogni mille persone residenti in Italia sono nati poco più di sei bambini.

Un risultato decisamente negativo per le politiche sulla natalità su cui il governo Meloni dice da tempo di volersi impegnare, da ultimo con una carta da mille euro per i nuovi nati inserita in Manovra.

Scende anche la fecondità, termine che in statistica si usa per indicare il numero di figli per donna in età tra i 15 e i 49 anni. Il dato è sceso a 1,20 figli per donna, in leggero calo rispetto al 2022 (1,24). La fecondità sembrerebbe invece in leggerissimo aumento nel 2024 (sempre da gennaio a luglio) con 1,21 figli per donna, cosa che però non basta ad aumentare le nascite in assoluto.

Perché ci sono così poche nascite

Il calo, che non è certo una novità ma prosegue da anni, ha alla base molte ragioni diverse. Ci sono i "mutamenti strutturali della popolazione femminile", come ricorda Istat. Ormai, le donne tra i 15 e i 49 anni di età "sono sempre meno numerose", considerando che quelle nate negli anni del baby-boom hanno tendenzialmente superato i cinquant'anni.

Le donne che oggi sono nella cosiddetta età fertile sono nate perlopiù di un periodo che a sua volta era di bassa natalità Si parla del ventennio tra il 1975 e il 1995, in cui il tasso di fecondità scese al livello più basso mai registrato: 1,19, leggermente più basso persino di quello dello scorso anno.

Rispetto al 1995, anno con la fecondità più bassa, c'è però una differenza importante. Allora il tasso si era abbassato principalmente per le donne italiane, perché quelle straniere erano ancora poche, in percentuale. Negli anni successivi erano aumentate, e così il tasso di fecondità nazionale si era leggermente rialzato. Poi, però, è tornato a scendere, soprattutto dal 2010 a oggi: le donne italiane sono passate da 1,33 figli ‘ciascuna', in media, a 1,14 figli; le donne straniere sono scese da 2,31 a 1,79 figli.

Il calo più forte nelle nascite è dovuto alle coppie italiane: circa 12mila figli in meno del 2023, 298.948 in tutto. Le coppie in cui almeno uno dei genitori è straniero hanno a loro volta fatto registrare una discesa: 80.942 nati, l'1,5% in meno del 2022. La riduzione, in questo gruppo, è avvenuta soprattutto nelle coppie composte da genitori entrambi stranieri.

Giù anche i primogeniti, per i giovani difficile lavorare e trovare casa

Infine, l'Istat sottolinea che sono scesi i primogeniti. A dimostrazione che il problema per le coppie non è solo passare dal primo al secondo figlio, ma anche avere il primo. Tra i motivi ci sono "l'allungarsi dei tempi di formazione e di uscita dal nucleo familiare di origine", ma anche "le difficoltà nel trovare un lavoro stabile, il problematico accesso al mercato abitativo", e in alcuni casi "la scelta volontaria di rinunciare, o comunque rinviare al futuro il voler diventare genitori".

I primogeniti sono stati 186.613 in tutto lo scorso anno, il 3,1% rispetto al 2022, quando invece erano aumentati. Questo si spiega, secondo l'Istat, perché molte coppie durante la pandemia avevano sospeso i loro progetti familiari, e perciò nel 2022 le nascite di primi figli erano cresciute.

L'anno scorso però è tornato il normale declino. I primi figli sono stati di meno in tutte le aree dell'Italia, soprattutto al Centro (-3,6%), con una riduzione leggermente minore al Nord (-2,8%). Si tratta di un calo generalizzato: dal 2008 il numero di primi figli è sceso del 34,4%. Quello di secondi figli del 36,3%, e quelli successivi del 26,5%.

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