Nuovo naufragio di migranti nel Mediterraneo, cinque morti e ventotto dispersi al largo della Tunisia
Ennesimo naufragio sulle rotte del Mediterraneo centrale. Questa notte è affondata al largo della Tunisia una barca che trasportava 38 persone migranti. Sono annegate cinque persone, i cui corpi sono stati recuperati, mentre cinque sono state salvate. Gli altri 28 migranti che si trovavano a bordo risultano dispersi. Secondo quanto risulta il naufragio è avvenuto dopo la partenza dalla regione di Sfax, in Tunisia appunto, perché l'imbarcazione era sovraccarica.
Le persone a bordo provenivano perlopiù dalla Costa d'Avorio, ed erano dirette a Lampedusa. A comunicare il naufragio sono stati gli attivisti del Forum tunisino per i diritti sociali ed economici, e in particolare Romdhane Ben Armor, portavoce dell'organizzazione.
Ieri, la Ong Alarm Phone aveva segnalato due imbarcazioni del Mediterraneo, con 76 migranti a bordo in tutto. Da entrambe non si avevano più notizie da tempo: "Siamo stati informati del fatto che due barche, con circa 38 persone ciascuna a bordo, sono partite giovedì sera da Sfax – aveva scritto l'organizzazione su Twitter – Le autorità di Malta, Italia e Tunisia sono state informate. Da giorni nessuno ha contatti con le persone a bordo. Siamo estremamente preoccupati e chiediamo alle autorità di agire immediatamente". Non è stato confermato che l'imbarcazione affondata questa notte fosse una delle due segnalate da Alarm Phone. Ciò che è certo è che c'è una corrispondenza sia sul numero di persone trasportate, sia sull'area di partenza della barca.
Questa mattina intanto, mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si prepara per un Consiglio europeo in cui verrà toccato – marginalmente – anche il tema delle migrazioni, il ministro degli Esteri della Grecia ha detto di un'intervista al Messaggero ha appoggiato le posizioni dell'Italia sull'argomento. "L'Italia sta lavorando duramente per ridurre i flussi illegali, e lo fa insieme a noi nel quadro dei Med5", ha detto Notis Mitariachi. "È il momento che l'Ue decida che tipo di politica migratoria vuole, come difendere le frontiere esterne e al tempo stesso salvare vite umane".
Le soluzioni, per il ministro greco, sarebbero una missione europea per fermare i migranti al largo delle coste tunisine e libiche e un codice di condotta stringente per le Ong che fanno soccorso in mare. "Come ribadito da Malta, siamo tutti d'accordo sulla necessità di combattere e smantellare il traffico di vite umane. Per farlo dobbiamo però lavorare a stretto contatto con i Paesi di origine e transito per prevenire le partenze illegali. E abbiamo bisogno di più protezioni e infrastrutture di sorveglianza, incluse le barriere fisiche", ha dichiarato il ministro.