Nuovo naufragio al largo di Lampedusa, Oim: “I dispersi potrebbero essere fino a 40”
L'ennesimo naufragio nel Mediterraneo. Sulla notta per Lampedusa, nella notte, un barcone ocn a bordo decine di persone è affondato: i dispersi potrebbero essere fino a una quarantina. A raccontare quanto accaduto è l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il portavoce Flavio Di Giacomo spiega che le dinamiche, così come i numeri, sono ancora da confermare, ma che urge sicuramente rafforzare i soccorsi lunga la rotta tunisina.
"I fragili barchini di ferro su cui sono costretti a viaggiare i migranti in fuga dal Paese stanno causando quest'anno un numero inaccettabile di morti", ha detto. La portavoce dell'Unhcr, Chiara Cardoletti, ha aggiunto che a bordo ci sarebbe stato anche un neonato. "È inaccettabile continuare a contare i morti alle porte dell'Europa, un meccanismo di soccorso in mare coordinato e condiviso tra Stati è ormai una questione anche di coscienza".
Sia Oim che Unhcr parlano di solamente quattro sopravvissuti, portati a Lampedusa dalle motovedette italiane. Ma una quarantina di persone non risponderebbero all'appello. E si tema una nuova tragedia in mare.
Lo scorso 7 giugno, quindi prima del terribile naufragio in Grecia che potrebbe essere costato la vita anche a seicento persone, il progetto Missing Migrants di Oim e Onu sottolineava come dall'inizio dell'anno avessero perso la vita già oltre mille persone cercando di attraversare il Mediterraneo. Numeri drammatici che con l'arrivo dell'estate rischiano di aumentare ulteriormente, senza efficaci missioni di soccorso.
Le partenze, infatti, non sembrano in alcun modo diminuire. Anzi, negli ultimi giorni a Lampedusa sono sbarcate migliaia di persone. L'hotspot di contrada Imbriacola resta sovraffollato, nonostante i continui trasferimenti. Al momento ci sarebbero circa 1.200 persone nel centro.
Secondo il cruscotto del Viminale, dall'inizio dell'anno scorso 23 giugno sono sbarcate in Italia quasi 60 mila persone, per la precisione 59.767. Un numero nettamente superiore a quello degli anni precedenti, complici le situazioni di grave instabilità politica ed economica in diversi Paesi africani, il riaccendersi di alcuni conflitti armati e il cambiamento climatico.