Nuovo mandato di arresto per Nicola Cosentino
Nuovo mandato di arresto per il numero uno del Pdl in Campania, ancora una volta coinvolto in indagini giudiziarie sul rapporto tra mafia e politica. La Procura napoletana ha chiesto oggi alla Camera dei deputati di autorizzare l’arresto per Nicola Cosentino, indagato in un’inchiesta su corruzione e collusione mafiosa. Nella stessa ordinanza del Gip di Napoli, Egle Pilla, richiesta di custodia cautelare in carcere per circa cinquanta persone residenti in tutta Italia, legate a vario titolo al clan dei casalesi e che in queste ore vengono intercettate dalle forze di Polizia. Le accuse vanno dalla corruzione al riciclaggio, dall’associazione camorristica al falso e coinvolgono anche banchieri, politici ed imprenditori.
Secondo la ricostruzione dei giudici Antonio Ardituro, Francesco Curcio e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta, Nicola Cosentino avrebbe avuto rapporti economici e politici con noti esponenti dei clan casalesi, e collaborato per il riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite. Secondo i Pm di Napoli, che hanno lavorato in collaborazione con la Direzione distrettuale Antimafia, Cosentino è “il referente politico nazionale del clan dei Casalesi” che attraverso la sua figura controllano istituzioni pubbliche e finanziarie italiane.
In particolare Cosentino è accusato di aver costretto i tecnici dell’ufficio comunale di Casal di Principe ad autorizzare fuori da ogni norma la costruzione di un centro commerciale e per lo stesso motivo avrebbe fatto pressione sui dirigenti di un’agenzia di Unicredit a Roma affinché concedessero un rilevante finanziamento alle aziende legate ai clan. L’attenzione dei giudici è andata anche ad alcuni episodi di voto di scambio per le elezioni amministrative del 2007 e del 2010 del Comune casertano.
Per l’ex sottosegretario del Governo Berlusconi è il secondo mandato di arresto dopo quello del 2009 quando il Parlamento negò l’autorizzazione con una larga maggioranza. Anche nella precedente indagine, Cosentino era indagato per collusione con la malavita locale della sua città natale. La stesa Camera aveva negato poi l’uso nelle indagini di intercettazioni telefoniche che vedevano Cosentino dialogare con alcuni esponenti del clan dei casalesi. Dopo le polemiche, il sottosegretario aveva rassegnato le dimissioni e aveva rinunciato alla sua candidatura alla Presidenza della Regione Campania per il centrodestra. Anche questa nuova richiesta di arresto sarà ora esaminata alla Camera dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere che ha già sul tavolo la documentazione dei giudici.