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Dpcm ottobre, obbligo di mascherina ovunque ma nessuna chiusura anticipata per ristoranti: le misure

Nuovo dpcm in arrivo: il ministro della Salute Speranza riferirà oggi in Parlamento le nuove misure anti contagio che potrebbero entrare in vigore già da domani. Ci sarà una conferma di tutte le norme già in vigore, l’introduzione dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto in tutta Italia e la proroga dello stato d’emergenza al 31 gennaio.
A cura di Annalisa Cangemi
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In arrivo il nuovo dpcm del governo con nuove misure per fronteggiare l'emergenza coronavirus: il ministro della Salute Roberto Speranza lo presenterà questa mattina al Parlamento. Ci sarà una conferma di tutte le norme anticontagio già in vigore, l'introduzione dell'obbligo delle mascherine anche all'aperto in tutta Italia e la proroga dello stato d'emergenza al 31 gennaio. Per ora nessuna nuova stretta alle attività: come ha spiegato ieri Palazzo Chigi non c’è nessuna intenzione di chiudere ristoranti, bar e locali, né di anticiparne l’orario di chiusura. I ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia hanno riferito alle Regioni, ai Comuni e alle Province le nuove misure che entreranno probabilmente in vigore da giovedì 8 ottobre. Hanno inoltre assicurato che il governo tornerà a confrontarsi con gli enti locali se in futuro si rendesse necessaria una stretta agli orari di apertura dei negozi o ad altre attività.

Mascherine all'aperto

L'obbligo già previsto in alcune Regioni, che hanno anticipato le restrizioni del governo verrà esteso in tutta Italia. Da domani, al più tardi da giovedì, per uscire di casa sarà obbligatorio indossare una mascherina, coprendo naso e bocca. Gli unici momenti in cui sarà consentito non portarla saranno quelli in cui si è da soli, per esempio in auto, in assenza di altri passeggeri, in scooter o in bici. Rimane naturalmente l'obbligo di indossare il dispositivo di protezione nei luoghi chiusi o quando non è possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro. Il testo riprenderà quello dell’ordinanza firmata il 16 agosto scorso dal ministro della Salute Roberto Speranza in cui l'obbligo di mascherina veniva allargato "anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari)".

Divieto di assembramento

Il divieto di assembramento, soprattutto davanti alle scuole, o davanti ai locali della movida, dove spesso si accalcano ragazzi asintomatici che poi, come si è visto, diventano veicolo di contagi, resta in vigore, anzi secondo il parere degli esperti dovrà essere rafforzato. Nel nuovo dpcm il governo ribadirà le regole per evitare "aggregazioni anche occasionali nelle ore serali e nei fine settimana".

Multe fino a 3mila euro

Previsto l'impiego dell'esercito per controllare il rispetto delle norme anti contagio per strada, come prevede la circolare firmata due giorni fa dal prefetto Bruno Frattasi, capo di gabinetto della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese: i soldati ora schierati nell’operazione ‘Strade sicure' si occuperanno di vigilare sul rispetto delle regole da parte dei cittadini. Chi non indossa la mascherina all'aperto rischia fino a 3mila euro.

Ridotto il numero dei partecipanti a feste

Resta il divieto di ballo sia all’aperto sia al chiuso, divieto valido per "discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico", come recita il provvedimento dello scorso 16 agosto del ministro Speranza. Il limite fissato per le feste di matrimoni o battesimi è quello di 200 persone, ma chiaramente si dovrà osservare il distanziamento sociale di almeno un metro e si dovrà indossare sempre la mascherina. Non ci sarà quindi una riduzione del numero di partecipanti consentito per i party.

Bar e ristoranti non chiudono

Palazzo Chigi ha smentito le notizie che erano circolate nei giorni scorsi in merito al cosiddetto ‘copri fuoco', la chiusura anticipata di bar e ristoranti alle 23 o alle 22. Seguirà comunque l’andamento dei contagi e lascerà alle Regioni il compito di decidere, come accaduto in Campania dove il governatore Vincenzo De Luca ha disposto la chiusura alle 23.

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