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Covid 19

Nuovo dpcm: le regole per le scuole in zona rossa, arancione e gialla

Scuole chiuse non solo in zona rossa, ma anche in zona arancione e gialla in caso di incidenza superiore ai 250 contagi ogni 100mila abitanti per almeno 7 giorni di fila: è quanto prevede il nuovo dpcm, il primo firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, sulla scuola. Le chiusure varranno per gli istituti di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori.
A cura di Stefano Rizzuti
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Scuole chiuse non solamente in zona rossa, ma anche in zona gialla e zona arancione in caso di incidenza elevata dei contagi. Sono queste le novità principali introdotte dal nuovo dpcm, il primo del governo Draghi, sul mondo della scuola. La cabina di regia ha deciso di applicare un nuovo parametro, proposto dal Comitato tecnico-scientifico, per la chiusura degli istituti e l’applicazione della didattica a distanza. Se nelle zone rosse saranno chiuse le scuole di ogni ordine e grado a priori, lo stesso potrebbe avvenire in zona gialla e arancione se si superassero i 250 casi ogni 100mila abitanti per almeno sette giorni di fila. La decisione finale spetterà però ai presidenti di Regione. Che stabiliranno l’eventuale ricorso alla didattica a distanza per tutti gli studenti, dalle elementari alle superiori, anche in zona gialla e arancione.

Possibile chiusura scuola anche in singoli comuni

Questo meccanismo non varrà solo per le Regioni, ma potrebbe essere applicato anche per le singole province o comuni. Inoltre presidenti di Regioni e sindaci possono disporre la chiusura di tutte le scuole anche senza che l’incidenza superi i 250 casi ogni 100mila abitanti, nel caso in cui ci sia una “motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico”. Il nuovo dpcm entrerà in vigore dal 6 marzo e sarà valido fino al 6 aprile, quindi fino a dopo Pasqua. Lo stop, contrariamente a quanto avviene ora nelle zone con meno contagi, riguarderà anche elementari e medie.

Le richieste di Regioni e comuni sulla scuola

Le Regioni avrebbero però preferito che la decisione di chiudere le scuole restasse in capo al governo. Inoltre contestano, almeno alcune, il parametro dei casi per abitanti, che penalizzerebbe chi fa più tamponi. Ancora, è stato posto il tema dei bonus per le famiglie con bambini a casa, che saranno costrette a stare coi loro bambini con le scuole chiuse. Una questione sollevata sia dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che dai comuni. I sindaci, con il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, chiedono anche più controlli sugli assembramenti serali: di fatto una stretta sulla movida che non renda vana la chiusura delle scuole.

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