Dpcm novembre, gli italiani sono d’accordo con il governo: giuste le misure restrittive
Oggi è il giorno dell'entrata in vigore del nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che prevede nuove misure restrittive in tutta Italia: la cosiddetta "zona gialla". I nuovi provvedimenti comuni su tutto il territorio nazionale sono: coprifuoco notturno dalle 22 alle 5 di mattina, quando per muoversi sarà necessaria una giustificazione valida (lavoro, necessità o emergenza), la riduzione della capienza dei mezzi pubblici al 50%, la chiusura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi (compresi i fine settimana), la didattica a distanza al 100% alle scuole superiori e la chiusura di mostre e musei. Un sondaggio di Emg Acqua, presentato ieri dalla trasmissione Agorà, rileva come gli italiani siano tendenzialmente d'accordo su quasi tutte le nuove misure.
Mezzi pubblici, scelta giusta ridurre la capienza
I trasporti sono uno dei temi al centro della polemica dall'inizio della seconda ondata. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, la cui capienza da oggi è ridotta dall'80% al 50%, gli intervistati hanno espresso un consenso quasi unanime: il 92% pensa che sia una scelta giusta in questo momento. Gli italiani sono d'accordo anche con la decisione di chiudere i centri commerciali nei festivi e prefestivi, quindi anche nei fine settimana: il 78% si è detto d'accordo. Cala invece il consenso se si parla di coprifuoco. La maggioranza dei cittadini è d'accordo, ma con numeri inferiori: lo stop notturno alla circolazione fa discutere, ma il 57% crede che sia una misura giusta in questa fase.
La metà dei cittadini vuole i musei aperti
La scelta di chiudere cinema e teatri, contenuta nell'ultimo Dpcm, ha generato molte proteste e lamentele legate alla considerazione che ha in Italia il mondo della cultura. Con il nuovo decreto del presidente del Consiglio chiudono anche mostre e musei, e in questo caso i cittadini sono spaccati a metà: il 49% crede sia giusto così, mentre il 51% avrebbe voluto che le ultime attività culturali rimaste aperte continuassero ad accogliere visitatori. Infine sulla scuola c'è una maggioranza netta: due terzi degli intervistati, il 66%, crede che in questa fase sia corretto che le scuole superiori svolgano la propria didattica interamente a distanza.