Dpcm novembre, da oggi partono le zone gialle, arancioni e rosse: cosa cambia
Da oggi l'Italia è divisa in tre zone, l'area gialla, quella arancione e quella rossa, a seconda del livello di rischio legato all'emergenza coronavirus. Per determinare la corrispondenza di una Regione alle diverse aree, il ministero della Salute e l'Istituto superiore di Sanità hanno tenuto conto di una serie di diversi indicatori. Non solo del numero di nuovi casi e dell'indice di trasmissibilità, ma anche della capienza degli ospedali e delle terapie intensive, o della capacità delle autorità sanitarie di ricostruire la catena di contagi. Vediamo quindi, in base alle nuove regole, che cosa cambia da oggi e che cosa si può fare e cosa invece è vietato nelle diverse aree del Paese.
Cosa cambia nella zona gialla: le misure nazionali
La zona gialla è quella di rischio meno elevato che comprende Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, province autonome di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria Veneto. In queste Regioni verrà imposto un coprifuoco, valido comunque a livello nazionale, dalle 22 alle 5, a meno che lo spostamento non sia determinato da motivi di lavoro, salute e necessità. Rimane comunque la raccomandazione di non spostarsi anche durante il giorno. In questa zona chiudono i centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, anche se rimangono aperti i supermercati, le farmacie e le edicole che si trovano al loro interno.
Chiudono musei e mostre, oltre alle attività (come palestre, piscine, sale scommesse, cinema e teatri) che erano già state chiuse in precedenza. Per i bar e i ristoranti l'orario di chiusura rimane alle 18: l'asporto potrà comunuqe andare avanti fino alle 22 e le consegne a domicilio fino all'orario di chiusura. Le scuole sono aperte per gli alunni più piccoli di elementari e medie (bisognerà comunque tenere la mascherina al banco), ma diventano al 100% a distanza per quelli delle scuole superiori. Chiudono anche le università, ad esclusione di alcune attività delle matricole o dei laboratori. Sui mezzi pubblici la capienza viene ridotta al 50%.
Le restrizioni nella zona arancione
Nella zona arancione sono incluse Puglia e Sicilia. In queste Regioni sono comunque valide tutte le misure nazionali, ma sono introdotte una serie di restrizioni aggiuntive. Sono bloccati tutti gli spostamenti in entrata e in uscita: non si potranno lasciare queste Regioni (o recarvisi) se non per motivi di salute, lavoro o necessità che dovranno essere confermati tramite autocertificazione. Ovviamente, quando scatta il coprifuoco, anche qui ci si potrà spostare ovunque solo se muniti di autocertificazione.
Anche qui restano aperte le scuole elementari e medie, metre gli studenti delle superiori e delle università ricorreranno alle lezioni online. Bar e ristoranti dovranno chiudere. Potranno lavorare solo con l'asporto fino alle 22 e con le consegne a domicilio. Come per il resto del Paese, anche qui i mezzi pubblici potranno riempirsi solo al 50%. Anche qui chiuse palestre, piscine, sale scommesse, cinema e teatri.
Il lockdown nella zona rossa
Nella zona rossa invece si torna al lockdown. Non solo non sono consentiti gli spostamenti fuori Regione, ma anche quelli interni. Fanno parte di quest'area Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria. Si può lasciare il proprio Comune solo per andare a lavoro, per motivi di salute o di assoluta urgenza. Chiudono bar e ristoranti, anche se si continua con l'attività di asporto (fino alle 22) e di consegna a domicilio. Chiudono anche i negozi, tranne supermercati, alimentari e quelli che vendono beni di prima necessità. Aperte anche edicole, farmacie, tabacchi, lavanderie. Aperti i parrucchieri ma chiusi i centri estetici.
Chiude la scuola. Rimangono aperti solo gli asili, elementari e prima media. Il resto va avanti a distanza. Sono sospese le competizioni sportive, a meno che non siano dichiarate di interesse nazionale. Chiusi anche i centri sportivi. Si potrà comunque fare attività motoria vicino a casa e sportiva in forma individuale e all'aperto. Anche qui, come nel resto del territorio nazionale, la capienza sui mezzi pubblici è al 50% e rimangono chiusi musei, mostre, palestre, piscine, cinema e teatri.