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Dpcm 25 ottobre, cosa cambia da oggi: tutte le misure in vigore fino al 24 novembre

I bar e ristoranti dovranno chiudere alle 18, stop anche a piscine, palestre, sale giochi, cinema e teatri, e si implementa il ricorso (ora al 75%) alla didattica a distanza per le scuole superiori: ecco le principali novità introdotte con il nuovo Dpcm del governo e in vigore da oggi fino al prossimo 24 novembre. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia da oggi.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono entrate in vigore alla mezzanotte le misure contenute nell'ultimo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per frenare la diffusione dell'epidemia di coronavirus nel nostro Paese. Ecco cosa cambia da oggi: i bar e ristoranti dovranno chiudere alle 18, stop anche a piscine, palestre, sale giochi, cinema e teatri, e si implementa il ricorso (ora al 75%) alla didattica a distanza per le scuole superiori. Questi provvedimenti resteranno in vigore fino al 24 novembre. Ma vediamo nel dettaglio le nuove misure, le novità a partire da oggi e tutte le altre raccomandazioni che ha fatto il governo ai cittadini per limitare i contagi.

Cosa cambia da oggi per bar e ristoranti

Una delle novità più rilevanti in vigore da oggi riguarda bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie. I locali infatti dovranno chiudere al pubblico a partire dalle ore 18. Dalle 5 alle 18 il servizio al pubblico è consentito, si legge nel nuovo Dpcm, ma allo stesso tavolo potranno sedere solo quattro persone (a meno che non si tratti di conviventi). Dopo le ore 18 è invece vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico, ma restano sempre permesse le consegne a domicilio. Per quanto riguarda l'asporto, invece, sarà permesso fino alle ore 24, con il divieto però di consumazione sul posto o nelle immediate vicinanze, in modo da evitare assembramenti. Per quanto riguarda invece la ristorazione negli alberghi e nelle altre strutture ricettive, limitatamente ai proprio clienti, il servizio resta consentito senza vincoli di orario.

Chiudono palestre, piscine, cinema e teatri: le nuove restrizioni

Come detto, da oggi chiudono palestre e piscine. Ma non solo: lo stop è arrivato anche per sale giochi, cinema e teatri. "Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per quelli con presidio sanitario obbligatorio o che effettuino l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza", afferma il nuovo Dpcm. Che precisa però come l'attività sportiva e motoria potrà essere svolta "all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati", sempre nel rispetto delle norme di distanziamento e senza assembramenti. Chiusi anche gli impianti nei comprensori sciistici, che per ora possono essere utilizzati solo dagli atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Cip o dalle rispettive federazioni. "Gli impianti sono aperti agli sciatori amatoriali solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida Regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio", si legge ancora.

La chiusura riguarda anche "entri culturali, centri sociali e centri ricreativi" e i parchi tematici e di divertimento. Allo stesso modo, sarà sospesa l'attività delle sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. "Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto", si legge ancora.

I musei e i negozi restano aperti

I musei invece resteranno aperti, sempre nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Si dovrà tenere conto delle dimensioni dei luoghi e dei flussi di visitatori, in modo da garantire sempre il rispetto delle distanze ed evitare qualsiasi assembramento. Aperti anche i negozi: "Le attività commerciali al dettaglio si svolgono a condizione che sia assicurato, oltre alla distanza interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto dei beni".

Incrementata la didattica a distanza

Viene incrementata la didattica a distanza al 75% negli istituti superiori. "L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza. Per contrastare la diffusione del contagio, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica (…) incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, per una quota pari almeno al 75 per cento delle attività, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l'eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l'ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9", si legge nel Dpcm.

Vietate le feste

"Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso e all'aperto, ivi comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose": oltre a confermare il divieto di organizzare feste, già contenuto nel precedente Dpcm del governo, con le nuove misure in vigore da oggi si sospendono anche i ricevimenti e le cerimonie civili e religiose, prima consentiti con il limite di 30 partecipanti. Stop anche alle sagre, alle fiere e agli eventi analoghi. Sono vietati anche i cortei: si potranno solo svolgere delle manifestazioni statiche, nel rispetto delle regole anti-contagio.

Le raccomandazioni del governo

Insieme alle nuove misure, il governo ha aggiunto al Dpcm una serie di raccomandazioni ai cittadini. Per prima cosa quella di non ricevere in casa propria persone diverse dai conviventi. Nell'ultimo Dpcm le autorità raccomandavano di invitare un massimo di sei persone: ora si chiede ai cittadini, per una maggior tutela, di evitare gli incontri nelle abitazioni private "salvo che per esigenze lavorative o situazioni di necessità e urgenza". Si "raccomanda fortemente" anche di "non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità, per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi". Rimane quindi consentito lo spostamento tra le Regioni, ma genericamente il governo raccomanda di limitare i propri spostamenti a quelli strettamente necessari.

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