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Dpcm ottobre, chi non rispetta l’obbligo di mascherina all’aperto rischia fino 3mila euro di multa

Da giovedì dovrebbe scattare l’obbligo di indossare le mascherine ovunque, in tutta Italia. Il governo è al lavoro sul nuovo provvedimento, che dovrebbe contenere anche multe salatissime per chi non rispetta i divieti: in previsione sanzioni da 400 a 3mila euro. Alcune Regioni si sono mosse in anticipo.
A cura di Annalisa Cangemi
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Con il nuovo dpcm che entrerà in vigore giovedì anche l'obbligo di indossare la mascherina ovunque, in tutta Italia. Una misura resa necessaria dall'aumento dei contagi di coronavirus di queste settimane, anche se ieri si è registrato un lieve calo rispetto al giorno precedente. Secondo l'ultimo bollettino sono stati registrati 2.578 nuovi casi (il giorno prima erano stati 2.844). Ma è sceso anche il numero di tamponi effettuati: 92.714, circa 26mila in meno rispetto alla giornata precedente. Il totale dei contagiati dall'inizio dell'emergenza è salito a 325.329. L'esecutivo ha deciso così di correre ai ripari con un nuovo provvedimento, che verrà illustrato domani dal ministro della Salute Roberto Speranza al Parlamento, insieme alla proroga dello stato d'emergenza fino al 31 gennaio 2021.

Cosa rischia chi non rispetterà  l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto? Come scrive il quotidiano ‘La Stampa', sono in previsione sanzioni da 400 a 3mila euro. Alcune Regioni si sono già mosse, prevedendo l'uso obbligatorio delle mascherine anche per strada, come la Sicilia, il Lazio, la Campania e la Calabria. In Piemonte invece un'ordinanza ha stabilito l'obbligo di indossare la mascherina nei pressi delle scuole, parcheggi, giardini e marciapiedi davanti agli ingressi e alle uscite degli istituti, e in !tutti i luoghi di attesa, salita e discesa del trasporto pubblico scolastico".

Il governatore Massimiliano Fedriga ha annunciato che La Regione Friuli Venezia Giulia aspetterà il dpcm del governo del 7 ottobre: "Ad oggi non abbiamo ritenuto necessario adottare obbligo mascherine all'aperto, ma non escludiamo misure che tutelino maggiormente la popolazione della regione, senza chiudere attività produttive, ma non certo prima del 7 ottobre". Mentre il presidente della Toscana, il neo eletto Eugenio Giani, ha già anticipato che se la decisione non dovesse essere presa dal governo, emanerà un'ordinanza non appena entrerà in carica: "Se la decisione non sarà stata presa prima dal governo, sarò io a firmare un'ordinanza per la mascherina obbligatoria all'aperto: la politica della prevenzione è essenziale. E tra le prime ordinanze che farò ce ne sarà una per le scuole, a cui dobbiamo dare direttive precise su sintomi, certificati, rientri".

E c'è anche chi, come il governatore della Liguria Giovanni Toti, critica il provvedimento, giudicandolo un "passo indietro inaccettabile".

Le altre misure del dpcm

Il governo sta anche valutando se limitare il numero di partecipanti consentiti a eventi e feste: attualmente la soglia è fissata a 200 per i luoghi chiusi, e a 1000 per i luoghi all'aperto. Altra questione è quella del ‘coprifuoco', la chiusura anticipata dei locali alle 23 o alle 22, ma Palazzo Chigi ha già fatto sapere che non c’è nessuna intenzione di chiudere ristoranti, bar e locali, né di anticiparne l’orario di chiusura. Dovrebbe invece restare invariato il limite della capienza all'80% sui mezzi pubblici.

Crisanti: "La mascherina all'aperto non risolve il problema"

Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova, parlando delle nuove misure per il contenimento della diffusione del coronavirus al vaglio del governo. a Sky Tg24 ha detto: "Non sono contrario all'uso della mascherina, la mascherina protegge, ma non credo che l'obbligo della mascherina risolva il problema. Alla luce di quello che sta succedendo, forse varrebbe la pena vedere tra una settimana o due se i provvedimenti adottati per proteggere alunni, insegnanti e tutti noi dalla riapertura delle scuole funzionano. Questo è il vero nocciolo della situazione".

"La mascherina protegge – ha spiegato Crisanti – però a mio avviso va capito cosa sta succedendo. Siamo stati senza mascherina tutta l'estate, con assembramenti anche importanti, e i contagi non sono aumentati moltissimo. Adesso i casi stanno aumentando, ma questo è l'effetto della riapertura delle scuole e dell'inizio di tutte le attività produttive. Forse bisogna agire lì. Sicuramente la mascherina protegge, ma se sono per strada e intorno a me non c'è nessuno diventa un provvedimento difficilmente comprensibile. A mio avviso il problema è che il sistema messo a punto per proteggere gli studenti e la società dalla riapertura delle scuole scricchiola. C'è qualcosa che probabilmente non va. Bisogna non far entrare a scuola i potenzialmente positivi. Bisogna abbassare la soglia della temperatura e fare in modo che studenti e insegnanti che abitano in zone dove ci sono contagi a scuola non mettano piede".

"Credo che le mascherine funzionino e debbano essere usate anche all'aperto, ma non credo nelle misure restrittive. Faccio fatica a vedere come si può implementare delle sanzioni a migliaia di ragazzi assembrati davanti alla scuola o all'uscita. E poi si fanno errori – prosegue Crisanti – non è che si può pensare che 50 milioni di italiani per 365 giorni e per 24 ore non facciano nessun errore. Se si fa un provvedimento poi bisogna avere il coraggio di fare in modo che venga eseguito, è socialmente accettabile fare multe da 3-400 euro ai ragazzi che escono da scuola? Finora di multe ne ho viste molto poche".

Quanto alla possibile chiusura anticipata dei locali "nessuno sa se funziona, in Inghilterra l'hanno adottata e i casi sono in aumento. Non c'è nessuna prova scientifica che funzioni". Meglio, piuttosto, aumentare i tamponi: "abbiamo dato più possibilità al virus di trasmettersi aprendo le scuole e facendo ripartire l'economia, bisogna bilanciare aumentando i tamponi".

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