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Nuovo dl Sicurezza: le modifiche su immigrazione e Daspo urbano approvate in Cdm

Nuovo decreto su immigrazione e sicurezza approvato ieri sera in Consiglio dei ministri: tra le nuove misure c’è rafforzamento del Daspo urbano, le modifiche in materia di requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per esigenze di protezione del cittadino straniero, e la drastica riduzione delle sanzioni alle ong.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri ha varato ieri sera il nuovo testo che contiene le modifiche ai dl Sicurezza di Salvini. Tra le novità del decreto su immigrazione e sicurezza c'è rafforzamento del Daspo urbano: chi ha avuto una denuncia per vendita o cessione di sostanze stupefacenti non potrà entrare in un locale pubblico, pena la reclusione da 6 mesi a 2 anni e una multa fino a 20 mila euro. Il provvedimento, che modifica gli articoli 131-bis e 588 del codice penale, riforma inoltre il sistema di accoglienza destinato ai richiedenti protezione internazionale e ai titolari di protezione, con la creazione del nuovo "Sistema di accoglienza e integrazione". Le attività di prima assistenza continueranno ad essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Successivamente, il sistema si articolerà in due livelli di prestazioni: il primo dedicato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all'integrazione. Esulta il segretario del Pd Nicola Zingaretti: "Le misure propaganda di Salvini non ci sono più".

Cambiano i requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno

In tema di immigrazione sono state disposte modifiche in materia di requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per esigenze di protezione del cittadino straniero, di limiti all'ingresso e transito di unità navali in acque territoriali italiane e di inapplicabilità della causa di non punibilità per "particolare tenuità del fatto" ad alcune fattispecie di reato. Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri, la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini, per l'interessato, il rischio di tortura. Con il decreto, si aggiunge a questa ipotesi il rischio che lo straniero sia sottoposto a trattamenti inumani o degradanti e se ne vieta l'espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare. In tali casi, si prevede il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale.

Sempre in materia di condizione giuridica dello straniero, il provvedimento – prosegue il governo nella nota stampa – affronta anche il tema della convertibilità dei permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro. Alle categorie di permessi convertibili già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori. Il provvedimento riforma anche il sistema di accoglienza destinato ai richiedenti protezione internazionale e ai titolari di protezione, con la creazione del nuovo "Sistema di accoglienza e integrazione". Le attività di prima assistenza continueranno ad essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Successivamente, il sistema si biforcherà in due livelli di prestazioni: il primo dedicato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all'integrazione.

Per le ong multe fino a 50mila euro

Via le maxi multe per le ong. Il testo del nuovo decreto sull'immigrazione interviene sulle sanzioni relative al divieto di transito delle navi nel mare territoriale. Si prevede che, nel caso in cui ricorrano i motivi di ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti via mare, il provvedimento di divieto sia adottato, su proposta del ministro dell'interno, di concerto con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture, previa informazione al presidente del Consiglio. Per le operazioni di soccorso, la disciplina di divieto non si applicherà nell'ipotesi in cui vi sia stata la comunicazione al centro di coordinamento ed allo Stato di bandiera e siano rispettate le indicazioni della competente autorità per la ricerca ed il soccorso in mare. In caso di violazione del divieto, si richiama la disciplina vigente del Codice della navigazione, che prevede la reclusione fino a due anni e una multa da 10.000 a 50.000 euro. Sono pertanto eliminate le sanzioni amministrative introdotte in precedenza.

Rafforzato il Daspo urbano

Nel testo ci sono "norme che rafforzano i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica, implementando le misure del divieto di ingresso nei pubblici esercizi e nei locali di pubblico trattenimento o nelle loro adiacenze, nonché le misure di contrasto al fenomeno dello spaccio di stupefacenti attraverso siti web". Lo si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi diffuso al termine del Consiglio dei ministri. Il questore potrà in pratica applicare il divieto di accesso nei locali pubblici anche nei confronti dei soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Viene poi esteso il meccanismo dell'oscuramento, già utilizzato per il contrasto alla pedopornografia online, a quei siti che, sulla base di elementi oggettivi, devono ritenersi utilizzati per la commissione di reati in materia di stupefacenti.

Nelle cosiddette norme ‘anti risse', introdotte nel dl Sicurezza, si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti nell'alterco, prevedendo che, qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, il solo fatto di aver preso parte alla rissa sia punibile con la reclusione da sei mesi a sei anni.

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