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Nuovo decreto Pensioni, il governo anticipa il conguaglio a dicembre per compensare l’inflazione

Il governo Meloni anticipa il conguaglio delle pensioni per recuperare l’inflazione, e così già a dicembre 2023 i pensionati avranno un aumento una tantum nell’assegno. La decisione è confermata e presto l’esecutivo lavorerà sull’apposito decreto. Gli importi saranno variabili, in base all’importo della pensione.
A cura di Luca Pons
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L'inflazione l'anno scorso è stata più alta di quanto si fosse pensato, e a guadagnare dal ricalcolo saranno i pensionati. Come ogni anno, chi riceve un assegno pensionistico ha diritto al conguaglio dovuto all'aggiornamento dell'inflazione: normalmente arriva a gennaio dell'anno successivo, ma il governo Meloni ha deciso di anticipare l'aumento una tantum al mese di dicembre. Lo stesso aveva fatto il governo Draghi, l'anno scorso. L'importo potrebbe andare da circa 50 euro a poco meno di 200 euro a seconda dell'importo della propria pensione.

Cos'è il conguaglio della pensione e come funziona

Un po' di numeri. Nel 2022, l'inflazione è stata del 7,3%. Perciò, nel 2023 gli assegni delle pensioni sono stati aumentati in quantità pari al tasso di inflazione. Dopo alcuni mesi, però, i soliti calcoli dell'Istat hanno permesso di avere un risultato più preciso: nel 2022 i prezzi non erano aumentati solo del 7,3%, ma dell'8,1%. Lo 0,8% in più. Quindi, tutti i pensionati avrebbero avuto diritto allo 0,8% di pensione in più ogni mese. Certo, è lo 0,8% della pensione ‘vecchia' (quella dell'anno scorso, un po' più bassa) e non di quella nuova, ma non cambia molto. Ora, perciò, spetta loro un conguaglio.

Come detto, queste operazioni avvengono regolarmente ogni anno. Negli ultimi anni il conguaglio era stato meno sostanzioso, perché il tasso di inflazione era decisamente più basso e quindi il ricalcolo portava a differenze piuttosto leggere. Quest'anno invece si tratterà di un aumento una tantum ben visibile nel cedolino di dicembre.

Normalmente l'Inps avrebbe erogato il conguaglio a gennaio 2024, come da regolamenti. Il governo Meloni però ha deciso di anticipare i tempi: i pensionati e le pensionate quindi si troveranno un aumento già a fine 2023. Il governo non ha confermato che arriverà proprio a dicembre e non già a novembre, ma visti i tempi dell'Inps sembra più plausibile che si punti sull'ultimo mese dell'anno. La decisione arriverà con un decreto da 3,2 miliardi di euro, che conterrà anche altre misure e che il governo Meloni vuole finanziare prendendo i soldi a debito entro la fine dell'anno, come ha scritto nella relazione allegata alla Nadef. Serve solo il via libera del Parlamento.

L'importo del conguaglio una tantum a dicembre 2023

Cosa succederà, dunque, a dicembre 2023? Concretamente, chi prende un assegno previdenziale che è soggetto tutti gli anni alla rivalutazione in base all'inflazione si troverà un aumento. Con le informazioni a disposizione è possibile farsi un'idea dell'importo, anche se non ci sono stime ufficiali del governo. Si tratta infatti dello 0,8% della propria pensione ogni mese, per gli arretrati di undici mesi (da gennaio a novembre) e per il dodicesimo mese, cioè dicembre. Complessivamente, quindi, dovrebbe esserci un aumento pari a poco meno del 10% della pensione che si prendeva l'anno scorso, dato che il conguaglio riguarda il calcolo dell'inflazione nel 2022.

Di fatto questo significa che chi oggi prende l'assegno minimo da 563 euro potrebbe trovarsi circa 50 euro in più nel cedolino, mentre chi ha una pensione attorno ai 2.500 euro dovrebbe avere un aumento poco al di sotto dei 200 euro. Per chi riceve un assegno più alto, il conguaglio non sarà intero. Come già avvenuto con la rivalutazione in base all'inflazione, chi prende tra quattro e cinque volte l'assegno minimo avrà solo l'85% di quanto gli spetterebbe, chi prende tra cinque e sei volte il minimo avrà il 53%, e così via fino a chi prende oltre dieci volte il minimo (da circa 5.200 euro al mese in su) che otterrà un terzo del conguaglio. Ad esempio, per una pensione da 6mila euro al mese si parla di un conguaglio da circa 160 euro lordi.

Il ‘bonus' sarà una tantum. Da gennaio 2024 il cedolino tornerà sostanzialmente come prima, anche se sarà comunque più alto perché sarà aggiornato con l'inflazione del 2023 (circa il 5,6%, secondo le stime attuali).

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