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Covid 19

Nuovo decreto, le regole: Italia zona arancione nel weekend e stop a spostamenti tra regioni

Il Consiglio dei ministri, riunito ieri sera per decidere in merito alle misure anti-Covid da implementare alla scadenza del decreto Natale, ha deciso che l’Italia tornerà ad essere divisa in tre fasce, legate a diversi livelli di rischio. Tornano quindi la zona rossa, arancione e gialla, ma ci sarà una stretta a livello nazionale con la proroga di alcune delle misure di contenimento in vigore nel periodo delle festività e la zona arancione prevista nel weekend del 9 e 10 gennaio. E saranno inaspriti i parametri che fanno scattare la zona arancione o rossa nelle Regioni.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Italia torna ad essere divisa in tre zone, create dal governo a seconda del livello di rischio collegato all'epidemia di coronavirus. È quanto ha stabilito il Consiglio dei ministri, riunito ieri sera per decidere in merito alle misure anti-contagio da implementare alla scadenza del decreto Natale. Tornano quindi la zona rossa, arancione e gialla, ma viene anche introdotta una stretta a livello nazionale, con la zona arancione prevista su tutto il territorio nazionale per il weekend del 9 e 10 gennaio. E si inaspriscono i criteri con cui una Regione entra in zona arancione o rossa.

"In questo momento la cosa più importante è l'inasprimento delle soglie, misura che è stata condivisa dalle Regioni. La proposta verrà portata stasera in Cdm. La certezza è che le zone non cambiano: restano l'arancione, il giallo e il rosso. Fino al 15 gennaio ci sono queste misure. In queste ore stiamo inasprendo le soglie. Tutte le valutazioni, compresa quella sulle aree bianche sono sul tavolo ma ne discuteremo al momento opportuno", aveva annunciato il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, intervenendo a La Vita in Diretta su Rai 1.

Le nuove misure in vigore dal 7 gennaio

Oltre al sistema in tre zone, però, verranno prorogate una serie di restrizioni e divieti, ancora necessari per contrastare l'epidemia di Covid-19. Il blocco degli spostamenti tra Regioni resterà in vigore fino al 15 gennaio, in modo da evitare che il virus si diffonda dalle zone più colpite: restano le eccezioni legate a motivi di lavoro, salute e necessità. Così come il rientro alla propria residenza o abitazione, fatta eccezione per gli spostamenti verso le seconde case che si trovano in Regioni diverse. Il 7 e l'8 gennaio tutte le Regioni saranno in zona gialla, ma poi nel weekend scatterà la zona arancione. Nei giorni festivi e prefestivi fino al 15 gennaio bar e ristoranti resteranno chiusi e non sarà possibile uscire dal proprio Comune. I negozi, invece, potranno restare aperti, conformemente alle regole della zona arancione. Consentiti solamente gli spostamenti da comuni con meno di 5mila abitanti ed entro 3o km, come avveniva anche durante le festività natalizie. Per le misure in vigore durante i giorni della settimana, invece, bisognerà aspettare le ordinanze del ministro Speranza che verranno firmate nel weekend.

Dalla prossima settimana, quindi, nei giorni feriali, saranno in vigore anche le restrizioni da zona arancione o rossa nelle Regioni più a rischio. Proprio per domani è atteso il nuovo monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, che indicherà i livelli di criticità dell'epidemia in ogni Regione. In seguito Speranza firmerà le diverse ordinanze. Che terranno conto dell'inasprimento dei parametri, annunciato appunto dal ministro Boccia, in base ai quali scatteranno le zone arancioni e rosse. Si passerà da un indice Rt di 1,5 a uno di 1,25 per la zona rossa e a 1 per la zona arancione. Per le zone rosse viene confermata la possibilità di spostarsi, una sola volta al giorno, per massimo due persone, verso una sola abitazione privata all'interno della propria Regione.

Conte dice che il meccanismo a tre fasce funziona

Già il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa di fine anno, aveva confermato che l'Italia sarebbe tornata al meccanismo delle zone rosse, arancioni e gialle. Aggiungendo che il governo si sarebbe tenuto pronto a fare le modifiche necessarie a questo sistema qualora si fosse reso necessario: "La potenziale terza ondata Covid l'affronteremo con le nostre misure. Dobbiamo solo capire se le varianti, come quella inglese, che hanno un tasso di contagiosità più elevato, ci richiederanno o meno l'aggiornamento delle nostre misure. Altrimenti il sistema per fasce col monitoraggio è assolutamente adeguato anche per una eventuale terza ondata", aveva detto rivendicando il funzionamento del meccanismo adottato per far fronte all'ondata di contagi che dallo scorso autunno colpisce il nostro Paese.

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