Nuovo decreto green pass, dal 15 ottobre obbligo per i lavoratori: cosa rischia chi non ce l’ha
Il messaggio del presidente Draghi in Consiglio dei ministri è stato chiaro: "Questo decreto è per continuare ad aprire". La linea di Palazzo Chigi, alla fine, è passata davanti alle divisioni politiche e alle resistenze dei sindacati: c'è un mese di tempo per adeguarsi, poi scatterà il green pass obbligatorio per tutti i lavoratori. Ieri pomeriggio è arrivato, dopo settimane di discussioni, il nuovo decreto che si occupa proprio di lavoro, con una misura netta e chiara. Si era parlato di Pubblica amministrazione o dei luoghi dove già viene chiesto il green pass a clienti e visitatori, ma poi si è preferito procedere con una misura unica ed estesa a tutti coloro che entreranno nei luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre.
Green pass obbligatorio al lavoro: da quando serve e per chi
Il decreto varato ieri pomeriggio in Consiglio dei ministri prevede che dal 15 ottobre sarà obbligatorio avere il green pass per accedere a tutti i posti di lavoro, pubblici e privati. Al momento la misura è in vigore fino al 31 dicembre, quando finirà lo stato d'emergenza salvo proroghe. Per ottenere la certificazione verde le modalità sono tre: vaccinazione contro il Covid, guarigione dal virus dopo averlo contratto o tampone con esito negativo. E proprio sui tamponi ci sono alcune novità: non sono stati resi gratuiti come chiedevano soprattutto i sindacati, ma le farmacie sono "obbligate" ad adottare i prezzi calmierati per i tamponi antigenici. Il costo è di 15 euro per i maggiorenni e 8 euro per i minorenni, con l'esenzione totale per chi non può fare il vaccino.
Chi controlla il green pass al lavoro e cosa succede a chi non lo ha
Nel decreto, approvato all'unanimità in Consiglio dei ministri, sono previste anche delle sanzioni, pecuniarie e disciplinari. Per chi si presenterà sul posto di lavoro a partire dal 15 ottobre senza green pass può scattare la sospensione dal lavoro e dello stipendio, oltre che una multa salata. La mancanza della certificazione verde è considerata come un giorno di assenza ingiustificato – come sta accadendo per professori e personale scolastico – e al quinto giorno scatta la sospensione e lo stop al salario (per il privato può succedere anche alla prima violazione). In ogni caso non si può essere licenziati: oltre la sospensione non si va e comunque la misura è in vigore fino a fine anno, quindi si può essere reintegrati dal 2022. Dal punto di vista economico i lavoratori rischiano multe dai 600 ai 1.500 euro in caso di violazione della nuova norma, i datori di lavoro dai 400 ai 1.000. A controllare il green pass dovranno essere proprio loro: i datori, che entro il 15 ottobre devono mettere in piedi un sistema di controllo – anche a campione – individuando una persona che se ne occupi e gestisca eventuali contestazioni delle violazioni.