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Covid 19

Nuovo decreto Covid, zona rossa nazionale dal 3 al 5 aprile (escluse Regioni bianche)

Il nuovo decreto legge anti Covid che sarà varato oggi in Cdm sarà in vigore da lunedì 15 marzo fino al 6 aprile. È quanto è emerso nell’incontro tra governo ed enti locali. Nuova stretta in arrivo in vista della Pasqua: zona rossa nazionale dal 3 al 5 aprile, escluse le Regioni che in quel momento si troveranno in zona bianca.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo provvedimento che il governo si appresta a varare nelle prossime ore sarà in vigore da lunedì 15 marzo, fino al prossimo 6 aprile. Lo avrebbe confermato la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, all'incontro con gli enti locali di questa mattina.

"Subito dopo questo incontro ci sarà un Consiglio dei ministri – avrebbe detto secondo quanto si apprende – nel quale verrà approvato un decreto legge, e non un dpcm, per nuove misure anti-Covid.Il premier Draghi e questo governo ritengono importante coinvolgere il Parlamento e avere un confronto con tutte le forze politiche. Il nuovo provvedimento, con ogni probabilità, entrerà in vigore dalla giornata di lunedì 15 marzo".

Le nuove misure in arrivo comprendono la stretta per la Pasqua. Con il dpcm attualmente in vigore infatti gli spostamenti tra le Regioni sono bloccati fino al prossimo 27 marzo. Ma proprio in vista delle vacanze di Pasqua il governo dovrebbe decreterà un nuovo stop. Come ha confermato anche il ministro della Salute Roberto Speranza nei giorni 3, 4 e 5 aprile il governo intende disporre "una zona rossa di carattere nazionale, naturalmente eccetto le regioni in zona bianca". 

Il fatto che le nuove misure saranno contenute in un decreto, e non un dpcm, è un primo segno di discontinuità rispetto alla gestione dell'emergenza del precedente esecutivo. Anche se bisogna ricordare che anche il governo giallo-rosso aveva emanato dei decreti in alcune occasioni, per esempio durante le vacanze di Natale. Il primo provvedimento anti Covid firmato dal presidente del Consiglio Draghi lo scorso 2 marzo, in vigore dal 6 aprile, è infatti un dpcm, strumento largamente utilizzato durante il governo Conte bis. La stessa Camera una settimana fa, con due pareri approvati all’unanimità, aveva ‘bocciato' l'uso dei dpcm, chiedendo di sostituirli con i decreti, in modo da dare appunto al Parlamento il tempo di esprimersi sulle nuove misure. Aveva suggerito anche di ricorrere a ordinanze e protocolli per poter modificare rapidamente le norme in caso di necessità.

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