Nuovo decreto Covid, sindaci: “Non ci hanno consultati, ministri spieghino le chiusure ai cittadini”
Dopo l'approvazione del nuovo decreto Covid, con le misure anti Covid valide dal 7 al 30 aprile, scoppia la protesta dei sindaci. "Leggiamo dalle agenzie di stampa che il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge in materia di misure anticovid. Scopriamo che non ci sono più zone bianche e gialle e che molte attività economiche resteranno chiuse per ancora un mese senza alcuna certezza sui tempi di erogazione dei ristori per le chiusure precedenti. E per la prima volta i sindaci e i presidenti di Provincia non sono stati consultati né informati sulle misure contenute nel testo", ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci.
Le lamentele nascono anche a seguito della decisione del governo di mantenere le attuali zone arancioni e rosse in tutta Italia anche dopo le vacanze di Pasqua. La possibilità che una Regione passi in zona gialla può avvenire solo dopo una delibera del Consiglio dei ministri, in base ai dati dei contagi e all'avanzamento del piano vaccinale. Questa è l'unica mediazione che è stata raggiunta dopo un lungo braccio di ferro tra il centrodestra e il premier Draghi, che appoggiava la linea del rigore voluta dal ministro della Salute Speranza. Matteo Salvni avrebbe voluto un meccanismo automatico, in grado di fa scattare la zona gialla nei territori considerati meno a rischio. Ora il Carroccio promette di dare filo da torcere all'esecutivo: chiederà ogni settimana una deroga per tutti i territori con numeri da zona gialla.
Ma la stretta del governo non convince nemmeno i sindaci, che si troveranno ancora una volta a gestire le chiusure nei loro Comuni, con bar e ristoranti fermi sia a pranzo sia a cena. Non è entrata nel nuovo decreto nemmeno la ‘zona gialla rafforzata', che avrebbe consentito l'attività di ristorazione a pranzo, fino alle 15 o alle 16, in modo da evitare gli assembramenti all'ora dell'aperitivo. Anche gli spostamenti continueranno a essere vietati nelle prossime settimane, non solo tra una Regione e l'altra, ma anche tra Comuni diversi, come prevedono le regole della zona arancione. In zona rossa non si può circolare per strada, se non per motivi di salute, necessità e urgenza. E naturalmente restano le regole già previste dal precedente provvedimento, compreso il coprifuoco notturno dalle 22 alle 5.
"Devo dire che in un momento così delicato per il Paese – ha aggiunto Decaro – tutto ci aspettavamo tranne che una frattura nella collaborazione istituzionale. Non ci sembra proprio un buon inizio nel rapporto con i territori e le comunità locali. Eppure da oltre un anno noi sindaci ci siamo distinti per responsabilità e leale collaborazione istituzionale, mettendo sempre la nostra faccia anche su provvedimenti e scelte non direttamente ascrivibili alle competenze delle amministrazioni locali. Vorrà dire che chiederemo ai ministri di venire a spiegare il provvedimento per strada e nelle piazze dove fino a oggi eravamo noi a fare da bersaglio alle legittime proteste dei cittadini".