Nuovo decreto: cassa integrazione estesa fino a ottobre, tempi più rapidi per l’erogazione
Con il nuovo decreto economico in via d'approvazione da parte del governo, sono estesi fino al 31 ottobre gli strumenti di cassa integrazione ordinaria e in deroga per i dipendenti delle imprese che hanno ridotto o cessato la propria attività in seguito all'emergenza Covid. Prorogato anche l'assegno di integrazione salariale. Per avere accesso all'ammortizzatore, i lavoratori devono risultare alle dipendenze dell'azienda alla data del 25 marzo 2020.
Dopo i ritardi nell'erogazione osservati in queste settimane soprattutto per la cassa in deroga (la cui gestione spetta alle regioni), vengono introdotti dei meccanismi per provare a ridurre i tempi di smaltimento delle pratiche. Innanzitutto, la domanda andrà presentata dall'azienda entro la fine del mese in cui è avvenuto lo stop e non più entro quattro mesi come previsto dal Cura Italia. Tutto l'iter di autorizzazione poi si dovrà esaurire nel mese successivo a quello in cui è stata avanzata la richiesta. In questo limite di tempo, se ci sono i requisiti per ottenere la cassa, l'Inps dovrà predisporne il pagamento.
Le altre misure per i lavoratori
Tra le altre misure previste dal decreto, si stabilisce che chi si trova in cassa integrazione a zero ore – così come chi riceve il Reddito di cittadinanza, la Naspi o la Dis-coll – possa lavorare nel settore agricolo per 30 giorni (rinnovabili per altri 30) con un compenso massimo fissato a 2mila euro. In questo caso, il lavoratore non perde il suo sussidio. Questa misura potrebbe servire a ovviare alla carenza di personale per la raccolta nei campi dovuta alla riduzione del numero degli stagionali, soprattutto stranieri, a seguito dello scoppio dell'emergenza Coronavirus.
Ancora, lo stop ai licenziamenti viene prorogato fino al 31 agosto. Di più, potranno essere reintegrati dalle aziende i dipendenti licenziati dal 23 febbraio al 17 marzo, chiedendo per loro la cassa integrazione in deroga. Inoltre, viene prevista dal decreto la possibilità di rimodulare gli orari di lavoro all'interno delle imprese, inserendo nel monte ore complessivo programmi dedicati alle attività di formazione del personale. Per finanziare questa misura si stabilisce l'istituzione di un fondo pubblico per le nuove competenze.
Infine i datori di lavoro dovranno garantire la sorveglianza sanitaria dei dipendenti più esposti contagio da Covid. Nel decreto si parla di lavoratori anziani, degli immunodepressi, dei pazienti oncologici o sottoposti a terapie salvavita e comunque di tutti quei soggetti con patologie che li rendono a rischio. Nel caso i medici reputino il lavoratore temporaneamente inidoneo all'attività, questo viene messo a riposo e l'Inps gli riconosce un'indennità pari all'ottanta percento della retribuzione per tutto il periodo del fermo.