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Nuovo attacco di Giorgia Meloni alla magistratura: “Dai giudici menefreghismo per la volontà popolare”

“Non credo che ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare. Credo che ci sia da parte di alcuni un sostanziale menefreghismo rispetto volontà popolare”. Con queste parole, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato un nuovo attacco alla magistratura commentando la decisione del tribunale di Roma sui migranti portati in Albania. Poi ha parlato del caso Giuli-Spano e della legge di bilancio.
A cura di Luca Pons
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"Non parlerei di complotto, non credo che ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare. Credo che ci sia da parte di alcuni un sostanziale menefreghismo rispetto alla volontà popolare". Lo ha detto Giorgia Meloni, parlando della decisione con cui il tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento di dodici persone migranti portate nei centri in Albania. La premier ha spiegato: "Come a dire, se il popolo vota bene, e vota come noi crediamo che debba votare, allora la democrazia è una grande risorsa. Ma se il popolo non capisce e non vota come dovrebbe, allora andranno ‘corrette' in qualche maniera le scelte del popolo". Poi ha risposto su alcune questioni legate al caso Giuli-Spano e alla legge di bilancio.

Decisioni sull'Albania "irragionevoli", contro la "volontà popolare"

È un nuovo passo nello scontro con la magistratura, dopo che il governo ha approvato un nuovo decreto per provare ad aggirare i problemi legali emersi. Per Meloni, la decisione di non convalidare i trattenimenti è "irragionevole", perché "riguarda tutti gli immigrati irregolari che arrivano da certe nazioni. Parliamo di Bangladesh e Egitto, circa 280 milioni di potenziali persone a cui noi stiamo dicendo ‘venite liberamente, non c'è niente che possiamo fare per impedire che voi veniate illegalmente in Italia'". La presidente del Consiglio non ha ricordato, però, che le sentenze dei giudici servono per applicare le norme esistenti: sia le leggi nazionali, che la Costituzione, che le norme europee e internazionali. E non sono legate alla "volontà popolare" in altro modo oltre a questo.

Nel corso di un'intervista alla festa per gli ottant'anni del Tempo, la premier ha ricordato che "le non convalide dei trattenimenti sono iniziate molto prima" della recente sentenza della Corte di giustizia europea: "È dal decreto Cutro che noi cerchiamo di risolvere questo problema". Poi ha detto che l'Albania è citata, nelle decisioni dei giudici romani, perché "il protocollo Italia-Albania è un progetto che può cambiare la gestione dei processi migratori". Quindi "chi non vuole fermare l'immigrazione clandestina capisce che è un problema".

Meloni contro giudici e opposizioni, e sul Pd: "Vogliono punire italiani per non averli votati"

La premier poi ha continuato: "Avevo messo in conto che questo progetto avrebbe dovuto superare molti ostacoli. Ma li supererà. Funzionerà. Non intendo consentire che una soluzione individuata nel pieno rispetto internazionale, europeo e italiano venga smontato perché una parte della politica non è d'accordo. Io mi sono assunta una responsabilità con il popolo italiano, e devo essere messa nella condizione di fare il mio lavoro. Poi se ci sono delle sentenze o delle iniziativa che prende la magistratura, convochiamo il Consiglio dei ministri e cerchiamo di risolvere. E continueremo a farlo, perché è nel nostro diritto essere messi nella condizione di lavorare".

Sul tema dell'Albania, Meloni non ha risparmiato un attacco all'opposizione. In particolare, ai parlamentari europei del Partito democratico che hanno chiesto alla Commissione europea di valutare se il protocollo violi le norme europee e, quindi, si debba aprire una procedura d'infrazione: "Il protocollo Italia-Albania è stato approvato dal Parlamento. Mi corre l'obbligo di ricordare a questi europarlamentari che non è esattamente normale che dei rappresentanti degli italiani vadano in Europa a chiedere che l'Italia venga punita. Se viene condannata, viene condannata a pagare. Quello che stanno chiedendo i parlamentari europei del Pd è di punire gli italiani per non aver votato come volevano loro. Penso che questo sia al di là di ogni dialettica interna".

Sul caso Giuli e Spano: "Viene fuori solo ora perché lavora con governo di destra?"

La presidente del Consiglio ha commentato anche il caso delle dimissioni di Francesco Spano, capo di gabinetto del ministro della Cultura Giuli. "Tendenzialmente non me ne sono occupata, non ho seguito la vicenda e non ho parlato con Alessandro Giuli", ha detto la premier, ricordato che c'era stata una polemica "anche da Fratelli d'Italia" pochi giorni fa, al momento della nomina di Spano.

Meloni ha ricostruito: "Da quello che ho letto, ci sarebbe un presunto conflitto di interessi tra l'attuale dimissionario Spano e un'altra persona che risale al Maxxi, da quel che ho capito durante la gestione di Giovanna Melandri", ex deputata del Pd che diresse il museo. Così, la premier non ha perso occasione per lamentare: "Quello che mi stupisce di questa vicenda è perché esca adesso. Si sapeva ma non si è detto, oppure perché quando le persone iniziano a lavorare con questo governo diventa tutto più complicato, se lavori con quelli di destra?". E ancora: "C'è un evidente utilizzo di due pesi e due misure. Se è una questione – come mi pare di capire – che afferisce alla gestione del Maxxi di Giovanna Melandri, penso che Report debba andare da Giovanna Melandri".

"In Manovra non abbiamo messo più soldi su pensioni e sanità per colpa del Superbonus"

Infine, la leader di Fratelli d'Italia ha parlato della legge di bilancio trasmessa oggi al Parlamento, al centro di polemiche per i bassissimi aumenti sulle pensioni minime e per la scarsità di fondi dedicati alla sanità. Parlando della sanità, Meloni ha rivendicato ancora una volta che la quantità complessiva di miliardi di euro dedicati al settore è aumentata negli anni (come è avvenuto quasi sempre negli ultimi dieci anni, però), e ha detto che misurare i fondi come percentuale del Pil è un "gioco" poco utile. Poi, dopo aver riconosciuto che "siamo in una situazione non facile economicamente", ha rivolto un attacco al Movimento 5 stelle e alle opposizioni.

"Avrei voluto mettere più soldi sulla sanità? Certo. Avrei voluto mettere più soldi sulle pensioni? Oggi ho letto un post in cui Giuseppe Conte dice che sulle pensioni minime non abbiamo aumentato abbastanza. Ma davvero? Adesso vi racconto perché non abbiamo aumentato abbastanza e non abbiamo messo più soldi sulla sanità". Il tema è stato quello dei bonus edilizi, già più volte citato da Meloni: "Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi di euro per il 2025, e nel 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di Superbonus, che ci è servito a ristrutturare meno del 4% delle case degli italiani. Se non avessimo avuto questi 38 miliardi di euro da spendere, di quanto avremmo potuto aumentare le pensioni minime? Di 20mila euro per ciascun pensionato minimo".

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