Nuove restrizioni a Natale, ipotesi lockdown duro e coprifuoco anticipato alle 18 o alle 20
Il Comitato tecnico scientifico non ha dubbi: servono maggiori restrizioni per il Natale. La riunione degli esperti con i capidelegazione del governo ha visto imprimere una linea netta, nella direzione di un lockdown o comunque di misure rigorose in vista delle feste. Ma l’esecutivo è tutt’altro che deciso e la linea della massima prudenza potrebbe essere seguita solo in parte. Il Cts, dal canto suo, è stato chiaro: eventuali errori in queste settimane verrebbero pagati a caro prezzo a gennaio, quando ripartiranno la scuola e tutte le attività lavorative. Eppure nel governo resta la divisione. Da una parte ci sono i rigoristi come il ministro della Salute, Roberto Speranza, quello degli Affari regionali, Francesco Boccia, e il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Per loro l’obiettivo minimo è una zona rossa nazionale almeno nel weekend, nei festivi e nei prefestivi. Se non, addirittura, un lockdown duro per tutto il Paese.
Altra ipotesi, su cui le divisioni sembrano minori, è quella di anticipare il coprifuoco. Non più alle 22, ma magari già dalle 18 o dalle 20, per impedire cene, cenoni, veglioni e feste di vario genere. Ma, come detto, nel governo l’accordo è tutt’altro che unanime. Dalla parte opposta ai rigoristi, invece, si schierano sia il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che la componente di Italia Viva, rappresentata da Teresa Bellanova, contrari a una stretta troppo stringente. Così si pensa anche a una zona arancione nazionale, che permetterebbe di lasciare aperti i negozi e garantirebbe più libertà di movimento, chiudendo di fatto solo bar e ristoranti.
Tutta l’Italia in zona rossa, l’ipotesi per Natale
La prima ipotesi, quindi, è quella di rendere tutta l’Italia zona rossa durante i giorni festivi e prefestivi: varrebbe a dire il 24-25-2 dicembre, il 31 dicembre e l’1 gennaio e poi il 5-6 gennaio. Sarebbe, di fatto, un quasi lockdown, con il ritorno dell’autocertificazione per giustificare ogni spostamento. Ma non tutti nel governo sono convinti di seguire questa linea, che comporterebbe anche un dispendio economico non di poco conto, con la necessità di mettere in campo nuovi ristori. Potrebbe, però, essere la migliore soluzione contro la paura di nuovi assembramenti dovuti allo shopping, come quelli registrati lo scorso weekend. La decisione, in ogni caso, dovrebbe arrivare entro meno di 48 ore.
L’ipotesi zona arancione nazionale: negozi aperti e bar chiusi
La seconda (al netto di qualche sfumatura) ipotesi è quella di una zona arancione nazionale. La differenza principale starebbe nel fatto che i negozi resterebbero aperti, mentre a chiudere sarebbero bar e ristoranti. Anche in questo caso si dovrebbe anticipare il coprifuoco alle 18 o alle 22. “Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale, spero che in tempi brevi si possano prendere ulteriore misure per scongiurare un’ipotetica terza ondata”, afferma il ministro Speranza, non sbilanciandosi sulle conclusioni dei vertici di ieri. Rimane, peraltro, un altro nodo da sciogliere, quello dello spostamento tra piccoli comuni: in questo caso la partita si gioca in Parlamento, ma di certo non si potrà svolgere senza un occhio di riguardo a ciò che si deciderà a Palazzo Chigi per il resto d’Italia.