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Nuove regole per gli affitti brevi, la sperimentazione si allarga: cosa cambia e da quando

Il Codice identificativo nazionale, o Cin, è lo strumento scelto dal ministero del Turismo per controllare gli affitti brevi: chi pubblica annunci per stanze, bed and breakfast o simili da settembre dovrà averne uno. E la sperimentazione è già partita in Puglia e in Veneto.
A cura di Pietro Forti
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Si allarga la sperimentazione del Codice identificativo nazionale (Cin) per gli affitti brevi. Il Cin è stato proposto in forma di decreto ministeriale da parte del ministero del Turismo, firmato da Daniela Santanché lo scorso 6 giugno, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ed è già in fase attiva di sperimentazione in Puglia per la stagione estiva dal 3 giugno. E si allarga ancora: la sperimentazione del Codice è partita anche in Veneto.

Ci sono novità anche per quanto riguarda l'obbligo di dotarsi di estintori portatili e dispositivi per la rilevazione di gas combustili e monossido di carbonio: le sanzioni in caso di mancanze arriveranno fino ai 6mila euro, che però andrà a colpire solo chi esercita l'attività in forma imprenditoriale. L'avviso relativo a quest'obbligo verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle prossime settimane.

Il Codice identificativo nasce insieme alla Banca dati unica nazionale sugli affitti brevi (o Bdsr, "Banca dati delle strutture ricettive") con l'obiettivo di mappare in maniera efficace le strutture, dagli alberghi ai bed and breakfast, che potranno avere ospiti per soggiorni fino a un massimo di trenta giorni. Si conta, in questo modo, di contrastare gli affitti in nero: per chi non avrà il Cin o per chi non lo esporrà negli annunci sono previste sanzioni fino a 8mila euro.

La piattaforma è online e sarà pienamente operativa a partire dal 1° settembre per la stagione invernale, ma come accennato già da quest'estate si inizierà a usare il codice in due regioni, ovvero Puglia (dal 3 giugno) e Veneto (dal 13). Nella regione del Nord-Est sono circa 30mila gli immobili presenti online e utilizzati per gli affitti brevi. Secondo i dati diffusi da Aigab (l'associazione di settore dei property managers e quindi tra gli enti interessati quando si parla di affitti brevi) in totale in Italia si contano circa 510mila affitti brevi attivi, oltre a 130mila annunci cosiddetti "dormienti", ovvero annunci per immobili che non hanno ricevuto alcuna prenotazione negli ultimi 12 mesi. Secondo Aigab, di questi immobili solo il 25% sarebbe gestito da aziende. Al momento, i Codici registrati sono poco più di mille.

Per questa fase iniziale è stato creato un Codice temporaneo, detto "Cin 1", in attesa della chiusura delle fasi burocratiche preliminari. Quando verrà pubblicato l'avviso ufficiale, e quando le banche dati regionali e quella nazionale avranno iniziato a cooperare, il codice diventerà definitivo e si passerà dal "Cin 1" al Codice identificativo nazionale vero e proprio.

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