Nuove misure governo per arginare Omicron: Super Green Pass al lavoro e tampone per grandi eventi
Il governo in vista delle feste di Natale emanerà nuove norme anti Covid per frenare l'avanzata dei contagi, e in particolare per contrastare la diffusione della variante Omicron. Per giovedì 23 dicembre è stata convocata a Palazzo Chigi la riunione della cabina di regia, presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi. E intanto il ministero della Salute farà una nuova indagine lunedì 20 dicembre, per stimare la prevalenza della nuova variante Omicron nel nostro Paese.
Una delle possibilità allo studio in queste ore è quella di estendere l'obbligo vaccinale ad altre categorie, oltre a quelle previste in questo momento, e cioè personale sanitario, Rsa, personale della scuola, forze dell'ordine. L'esecutivo pensa a un possibile allargamento dell'obbligo di vaccino per alcune categorie che lavorano maggiormente a contatto con il pubblico.
L'ipotesi di allargare l'obbligo vaccinale è stata suggerita anche dal professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova, il quale vorrebbe rendere il vaccino obbligatorio gli over 40: "L'obbligo vaccinale per tutti è l'extrema ratio, ma abbiamo circa 6 milioni di persone non vaccinate e che ormai non lo faranno", ha detto all'Adnkronos Salute.
"Siamo già siamo in ritardo e nel pieno di quarta ondata – ha detto Bassetti – Se si vuole proteggere la popolazione, anche in vista di una diffusione di Omicron con un super afflusso di persone in ospedale, una proposta potrebbe essere di usare i prossimi 15 giorni delle vacanze di Natale per mettere un obbligo ad immunizzarsi, almeno per gli over 40, così potremmo ridurre quel numero enorme di non vaccinati. Si potrebbe approfittare delle scuole chiuse e delle ferie, e pensare ad una multa dopo il 9 gennaio per chi non si è vaccinato".
Una misura di questo tipo comunque potrebbe non arrivare prima di gennaio: a quel punto i primi ad essere coinvolti potrebbero essere i lavoratori della pubblica amministrazione.
Mascherine obbligatorie all'aperto ovunque
La stretta emanata nei giorni scorsi potrebbe quindi non bastare: oltre alla proroga dello stato d'emergenza fino al 31 marzo, e ai tamponi obbligatori, anche per vaccinati, che sono stati introdotti per gli ingressi dall'estero, con l'obbligo di quarantena di cinque giorni per chi non è immunizzato, il governo sta valutando altre misure restrittive in previsione del periodo delle vacanze, in cui ci si sposta con più facilità e le occasioni di incontri, e quindi di assembramenti, sono più frequenti. Come anticipato nei giorni scorsi non è escluso l'obbligo di mascherine all'aperto anche in zona bianca (dalla zona gialla le mascherine all'aperto sono già previste. L'obbligo di indossare il dispositivo all'aperto era già stato discusso nel Cdm di martedì, ma poi la norma era stata accantonata, perché molte Regioni si trovano già in zona gialla, e quindi una regola di questo tipo sarebbe stata inutile in quei territori in cui i casi sono cresciuti di più. La norma poi non è stata reputata urgente anche perché nelle condizioni in cui si crea assembramento la mascherina è già obbligatoria, anche se si tratta di luoghi all'aperto.
Tampone obbligatorio per i grandi eventi
Tra le ipotesi sul tavolo c'è anche quella di richiedere tamponi per gli eventi che prevedono un grande afflusso di persone, come le discoteche, ma anche per concerti, stadi, palazzetti dello sport. In tutti questi luoghi quindi potrebbe non bastare più il Green pass, e le persone immunizzate potrebbero essere costrette a effettuare comunque un test, per accertare la negatività al virus. Il tampone come sappiamo fotografa la situazione del momento, e quindi visto che la protezione dal vaccino cala sensibilmente già dopo 5 mesi, e dato che non tutti hanno già effettuato la dose booster, è necessario secondo il governo prevedere una barriera in più contro il virus, che consenta di individuare per tempo eventuali casi positivi, che in un evento molto partecipato potrebbero trasformarsi in bombe a orologeria in grado di far scoppiare focolai.
Verso riduzione della validità del Green pass
Di tutte queste misure discuterà la cabina di regia convocata per giovedì dal presidente del Consiglio Mario Draghi, in modo da mettere il più possibile al sicuro le festività. E se è vero che gli scienziati osservano una forte diminuzione della protezione dal virus per i vaccinati da più di 5 mesi, una delle possibilità è quella di ridurre la durata della certificazione verde, che è stata già accorciata, da 12 a 9 mesi. Lo ha anticipato anche Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, secondo cui "Bisogna adeguare il passaporto verde alla protezione. Se questa diminuisce ed è necessario fare la terza dose, bisogna dare il Green Pass solo a chi fa la terza dose. Oppure deve essere ridotto il tempo per cui viene rilasciato e la sua validità".
Ne aveva parlato nei giorni scorsi anche Guido Rasi, ex direttore esecutivo Ema e consulente del commissario straordinario per l'emergenza Covid Figliuolo: "Dopo 5 mesi il Green pass perde ogni giorno un po' di validità rispetto alla circolazione del virus. Se fossimo in una situazione di bassa circolazione non sarebbe un problema, ma in un momento di alta circolazione come questo bisogna anche pensare di ridurre la durata del pass".
Anche Nicola Magrini, direttore generale della nostra Agenzia del farmaco, intervistato oggi su La Stampa, è convinto che ridurre la validità del Green Pass sia la via giusta: "Non è una decisione di Aifa, ma credo sia razionale ridurre, per evitare discrepanze con i tempi previsti per la terza dose. In Francia, ad esempio, hanno fissato a 7 mesi la validità del Green Pass e mi sembra un periodo ragionevole: i cittadini hanno tutto il tempo per prenotare e ricevere il booster, prima che il certificato arrivi a scadenza".