Con la conferma dell'indisponibilità del Movimento 5 Stelle a sostenere un Governo guidato da Pier Luigi Bersani (o comunque da un esponente del Partito Democratico), si valutano le opzioni alternative. Poche e di difficile attuazione, a dir la verità. E se Bersani continuerà sulla strada dell'esecutivo di minoranza, non sono pochi coloro che pensano ad un immediato ritorno alle urne. Già, ma in che tempi? Nei giorni scorsi circolava l'ipotesi che la nuova consultazione potesse aver luogo già nel mese di giugno. In realtà, però, i soli "tempi tecnici" sembrano sconfessare una prospettiva di questo tipo, come ci ricorda Zuccolini sul Corsera:
Il prossimo venerdì, 15 marzo, si riunisce per la prima volta il nuovo Parlamento e si procede all'elezione dei presidenti di Camera e Senato, nonché alla costituzione dei gruppi parlamentari. Il 19 cominciano le consultazioni del Quirinale. È solo sulla base di un loro fallimento nella sostanza (con tutte le sue varianti) che si può ipotizzare di tornare al più presto alle urne. Ma dato che Giorgio Napolitano non può sciogliere le Camere, essendo a fine mandato, occorre attendere l'elezione del nuovo Presidente. […] Ma anche ipotizzando un'elezione fulminea (lo stesso 15 aprile), il nuovo presidente (sempre che Napolitano, il cui mandato termina formalmente il 15 maggio, si dimetta subito) dovrebbe, dopo il giuramento, prendersi almeno qualche giorno per nuove consultazioni, necessarie per verificare ancora una volta la sussistenza (o meno) di un possibile accordo per la formazione di un governo. E quindi si arriva verso la fine di aprile […] Poniamo che il nuovo capo dello Stato decida di sciogliere le Camere, potrebbe indire le elezioni non prima di 45 giorni e non dopo 70, come prevede la Costituzione. Quindi tra metà giugno e la prima decade di luglio.
Una proiezione che ovviamente deve tenere necessariamente conto degli ostacoli che non mancheranno su un percorso siffatto. Prima di tutto non è affatto detto che il Presidente della Repubblica venga eletto in tempi accettabili, considerate le distanze tra le forze politiche e l'importanza della posta in gioco. Tra le altre cose, sia detto per inciso, dai primi calcoli sembrerebbe che il centrosinistra possa eleggere il proprio candidato (dal quarto scutinio ovviamente) con il solo sostegno degli eletti centristi. In più, occorrerebbe che Napolitano si dimettesse subito senza attendere il termine effettivo del suo mandato (15 maggio) ed inoltre che il nuovo Capo dello Stato rinunciasse ad ulteriori consultazioni e sciogliesse immediatamente le Camere. Insomma, per essere realistici, una nuova consultazione molto difficilmente potrebbe tenersi prima di settembre – ottobre, anche considerando che la seconda metà di luglio ed il mese di agosto sono da escludersi in partenza. Una road map che, dunque, contempla anche la possibilità di un "Governo balneare", in carica per l'ordinaria amministrazione e poco altro.