Nuova grana per Denis Verdini: chiesta condanna a 3 anni per la bancarotta fraudolenta della Ste
Nuova grana giudiziaria per l'ex senatore di Ala, Denis Verdini. La procura di Firenze ha chiesto oggi una condanna a tre anni nell'ambito del processo per bancarotta fraudolenta della Società toscana di Edizioni che dal 1998 al 2014, anno del fallimento, ha pubblicato Il Giornale della Toscana, quotidiano venduto assieme a Il Giornale. Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero Luca Turco ha inoltre chiesto una serie di altre condanne per gli altri amministratori imputati nel processo: 2 anni e 6 mesi per Pierluigi Picerno, amministratore delegato dal 2007 al 2012 e poi liquidatore, 2 anni per Massimo Parisi, nel cda della Ste dal 1998 al 2008, Girolamo Strozzi Majorca Renzi, presidente dal 15 aprile 1998 al 29 ottobre 2012 ed Enrico Luca Biagiotti, nel cda di Ste dal 2002 al 2012.
"La Ste è stata costituita per un fine nobile, arricchire il pluralismo dell'informazione locale ma la storia è stata diversa e vede arricchirsi due persone, Verdini e Parisi", ha dichiarato il Pm Turco. Inoltre, secondo l'accusa, l'esame di Verdini "è stato fumoso sulle ragioni economiche delle operazioni" e la bancarotta si sarebbe concretizzata nella distrazione di 2,6 milioni di euro quando la società editrice versava già in piena difficoltà economica. Secondo il Pm, i soldi sarebbero andati in parti uguali, a inizio 2005, a Verdini e a Parisi – una cifra pari a 1,3 mln euro a testa – nell'ambito di un'operazione per cui la Ste avrebbe dovuto acquistare dagli stessi Verdini e Parisi quote di un'altra società, la Nuova Toscana Editrice srl, che aveva soli 62mila euro di capitale sociale e che a sua volta era in netta perdita. "Verdini ha detto in aula di aver finanziato a lungo la società Ste, ma è anche vero che riceveva montagne di denaro dalle società editoriali", ha spiegato il Pm.
Rendendo una dichiarazione spontanea davanti al giudice, Denis Verdini si è difeso spiegando: "Ho solo dato a questo giornale, l'ho sempre fatto, dall'inizio alla fine per tenerlo in vita. Mi fa enorme dispiacere che con un debito sanato e lo sforzo, siamo arrivati lo stesso al fallimento. Con l'iniziativa del pubblico ministero sono stati sospesi i contributi di 2,5 milioni all'anno: il giornale è fallito per questa ragione".