Nuova bozza dl Sicurezza, via le multe alle ong e stop alla confisca delle navi
Cambiano le regole per le ong. Via le maxi sanzioni amministrative (la sanzione andrà da 10 mila a 50 mila euro) e stop alla confisca della nave, a condizione che gli equipaggi informino le autorità italiane a ogni intervento di salvataggio e il Paese di cui battono bandiera, se non sono italiane. In caso di mancato rispetto di queste indicazioni e in presenza dell’inosservanza dei divieti posti, le organizzazioni umanitarie sarebbero comunque perseguibili penalmente. Lo prevede la nuova bozza di riforma dei decreti Sicurezza che dovrebbe approdare lunedì sul tavolo del Consiglio dei ministri, dopo una trattativa non semplice all'interno della maggioranza e un lungo lavoro di mediazione da parte della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.
Ma un cambiamento significativo riguarda proprio il nome stesso del decreto: scompare infatti la parole "Sicurezza", al suo posto si legge "Disposizioni urgenti in materia di immigrazione, di protezione internazionale e complementare, nonché in materia di Diritto penale".
Le norme speciali introdotte con il decreto Salvini che assegnavano al ministro dell’Interno specifiche competenze sono state eliminate: ritorna al ministero delle Infrastrutture la titolarità nel determinare il divieto o la limitazione del transito di navi. Il Mit, nei casi di ordine e sicurezza o di violazione delle norme sul traffico di migranti, dovrà concertare le proprie decisioni con il Viminale e con il ministero della Difesa, informato il Presidente del Consiglio.
E ancora il nuovo testo di riforma dei decreti Salvini dispone la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi di soggiorno. Rientrano in questa fattispecie i permessi "per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto cittadinanza o apolidia, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori".
Torna la protezione umanitaria, denominata ‘Protezione Speciale'. Il testo prevede che si garantisca la protezione a chi, se tornasse nel proprio Paese, rischierebbe "trattamenti inumani o degradanti", in applicazione delle disposizioni dell’art.8 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.
"Non sono ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti. Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell'esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani", si legge nella bozza.
E ancora: "Non sono altresì ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica". Per questa valutazione, "si tiene conto della natura e della effettività dei vincoli familiari dell'interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell'esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d'origine".