Noury (Amnesty) a Fanpage: “A Gaza il diritto umanitario è a rischio, da Israele attacco gravissimo”
Le autorità israeliane stanno attaccando il principio stesso di aiuto umanitario. Lo dice Riccardo Noury, portavoce Amnesty Italia, parlando con Fanpage.it di quanto accaduto nella notte a Gaza, dove sette operatori sono stati uccisi da un raid israeliano mentre portavano dei pasti alla popolazione civile. "È un ulteriore attacco, ce n'era stato anche uno contro l'Unrwa (l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) a febbraio, contro gli operatori umanitari. È un fatto gravissimo: rendendo mortale la consegna e il recupero degli aiuti, Israele sta mettendo a rischio proprio il principio di aiuto umanitario, che invece deve essere privo di ostacoli per arrivare direttamente a chi ne ha bisogno", ha detto Noury, ricordando come "la Corte internazionale di giustizia per due volte ha chiesto a Israele di non ostacolare gli aiuti e di aumentarne la quantità, ma le autorità israeliane continuano a farlo".
Non solo gli aiuti umanitari vengono ostacolati, ora sono diventati un vero e proprio target? "Sì, sono diventati un target e questo è l'ennesimo deragliamento di Israele dalle norme e dal diritto internazionale umanitario. Quando si attaccano gli operatori umanitari si compiono crimini e violazioni del diritto internazionale umanitario e questo è particolarmente grave", ha sottolineato il portavoce di Amnesty Italia.
Il lavoro degli operatori umanitari è sempre più complesso a Gaza, ma per Noury non è pensabile sostituirlo come si sta facendo in queste settimane, lanciando pacchi alimentari dal cielo con dei paracadute: "Questa situazione non si può aggirare con questo approccio cinico e caritatevole allo stesso tempo, degli aiuti lanciati con il paracadute: a suo modo anche questo è un attacco al concetto di aiuto umanitario, che deve essere organizzato da personale competente e portato alle persone che ne hanno bisogno sulla base di valutazioni fatte da professionisti. L'idea di lanciare dei pacchi dal cielo – che o finiscono in mare, o sono irraggiungibili per i più vulnerabili, come disabili, donne e bambini, innescando la lotta del più forte – è indegna".
Il portavoce di Amnesty ha quindi concluso: "Noi continuiamo a pretendere che la comunità internazionale non sostituisca gli aiuti via terra con altre soluzioni creative, non sempre efficienti. E che Israele apra dei varchi per far entrare gli aiuti, non li ostacoli, non li bombardi e non li colpisca: la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di non agire in modo da sostanziare l'ipotesi di reato di genocidio, ma Israele sta facendo esattamente il contrario".