Nordio sul caso Pozzolo: “Aspettiamo esito delle indagini. Delmastro? La scorta non l’ha scelta lui”
"Da ex magistrato sottoposto a tutela dagli anni '80, so come funziona". Esordisce così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alle interrogazioni parlamentari – di Italia Viva prima e del Partito Democratico poi – sulla scorta del sottosegretario Delmastro e sui suoi rapporti con la Polizia penitenziaria. Tutto scaturisce, ovviamente, dal caso Pozzolo e dalla festa di Capodanno a cui erano presenti anche gli agenti che fanno da scorta all'esponente del governo Meloni. "Esiste una forma di tutela esterna che si occupa della garanzia del tutelato per gli ambienti circostanti – spiega Nordio – una volta assicurata, esiste una tutela interna, perché se il tutelato rimane in un ambiente chiuso deve essere accompagnato". Insomma, "non vi è nulla di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare". Il caposcorta Morello e gli altri agenti, secondo Nordio, è giusto fossero lì alla festa di Capodanno con Delmastro.
"Per quanto riguarda la scelta delle persone di tutela, essa è individuata dal provveditorato regionale competente e non è scelta dall'autorità protetta", sostiene Nordio. Secondo gli interroganti, infatti, Delmastro avrebbe scelto personalmente Morello perché appartenente alla sua stessa area politica, ovvero Fratelli d'Italia. "Non vi è nessun sospetto di contiguità partitica e ideologica tra gli uni e gli altri – sostiene il Guardasigilli – Mentre la forma di partecipazione a queste attività conviviali non può essere trattata qui dal ministro della Giustizia".
Sui rapporti del sottosegretario Delmastro con la Penitenziaria, invece, Nordio sostiene che sono normali vista la delega dell'esponente di Fratelli d'Italia. Ma non solo: "In occasione di una formale riunione del 16 novembre, i rappresentati di tutte le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria hanno espresso gratitudine rispetto al lavoro del sottosegretario Delmastro".
Sul caso Pozzolo in sé, invece, Nordio evita di prendere posizione: "Dovendo parlare da ministro non posso che inchinarmi davanti al segreto istruttorio, sarebbe improprio se io qui rivelassi delle cose, ammesso che le sapessi – spiega il Guardasigilli – Dal momento in cui, un domani, dovessero emergere delle ricostruzioni adeguate e obiettive sarei il primo a riferirle qui. Ci inchiniamo davanti all'indipendenza della magistratura". E aggiunge: "Aspettiamo che sia la magistratura ad accertare cosa sia avvenuto realmente quella sera e poi non ci sottrarremo alle risposte, anche politiche, che dovremo dare".
Infine, Nordio chiosa chiamando in causa chi – soprattutto ministri della Giustizia del passato – è stato sottoposto a tutela: "Vorrei che molti mi affermassero sul loro onore che non hanno mai contravvenuto alle regole della tutela, che non sono mai scappati dalla scorta seminandola", dice il ministro riferendosi, in questo caso, al fatto che durante l'ormai famoso cenone di Capodanno di Rosazza, il sottosegretario Delmastro fosse solo e centinaia di metri lontano dal casolare, in piena notte, con tutta la sua scorta dentro la sala nei momenti in cui – tra l'altro – è stato esploso lo sparo.