Nordio chiede la revoca degli arresti per Abedini, dopo il ritorno in Italia di Cecilia Sala
"Il ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad". L'annuncio è contenuto in una nota ufficiale del ministero della Giustizia appena diffusa, e riguarda l'ingegnere iraniano di 38 anni, esperto di droni, bloccato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, che si trova ora nel carcere milanese di Opera. Il provvedimento del ministro della Giustizia, arrivato prima della decisione dei giudici di Milano sui domiciliari, annulla la richiesta di estradizione da parte degli Usa, e dunque la consegna del detenuto.
La scarcerazione di Abedini, nonostante le smentite dell'Iran, era una delle condizioni chieste dal regime di Teheran per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, tornata in Italia lo scorso 8 gennaio. La revoca disposta dal ministro rientra nelle prerogative, e Nordio avrebbe potuto deciderla fin da subito, seppure con il rischio di scontentare gli Stati Uniti. La situazione di stallo si è sbloccata dopo la visita che Giorgia Meloni ha fatto lo scorso 4 gennaio a Mar-a-Lago da Donald Trump, e dopo la il colloquio telefonico che la premier ha avuto ieri con il presidente uscente Joe Biden, che ha dovuto annullare la sua visita in Italia per via degli incendi che stanno devastando Los Angeles, che gli avrebbe dato il suo via libera alla revoca degli arresti per Abedini.
Perché Nordio ha chiesto la revoca dell'arresto per Abedini
"In forza dell'art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d'America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all'estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente – si legge nella nota – La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di ‘associazione a delinquere per violare l'Ieepa' (International emergency economic powers act – legge federale statunitense) non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall'ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di ‘associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte' e di ‘fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte', nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari".
Il ministro della Giustizia, subito dopo il ritorno in Italia di Cecilia Sala, la reporter del Foglio e Chora Media, aveva negato un imminente rilascio di Abedini: "Questa (la liberazione di Abedini ndr) è una cosa di cui in questo momento non sto proprio riflettendo. La mia mente è tutta occupata al fatto che vada avanti la riforma costituzionale per la quale mi batto da 30 anni", aveva detto il Guardasigilli rispondendo a una domanda di Fanpage.it, su un eventuale intervento del suo ministero sul caso, in vista della decisione della Corte d'Appello di Milano, che era stata fissata per il prossimo 15 gennaio, sulla richiesta di domiciliari presentata dal legale dell'ingegnere iraniano.
Le reazioni
"Ora è chiaro a tutti che la liberazione di Cecilia Sala è stato uno scambio". Con queste parole Angelo Bonelli, co-leader di Alleanza Verdi Sinistra, commenta ad Affaritaliani.it la decisione del ministro della Giustizia Carlo Nordio di chiedere la revoca degli arresti dell'iraniano Abedini Najafabadi Mohammad. "Meloni ha chiesto prima il permesso degli Stati Uniti d'America, sia a Biden che a Trump e questo ci fa rimpiangere Bettino Craxi nella sua autonomia nelle decisioni, basta ricordare il caso di Sigonella", ha detto il portavoce di Europa Verde.