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Non piangete per Joseph, il bimbo morto in mare, se siete quelli che “prima gli italiani”

E’ morto un bambino di sei mesi, si chiamava Joseph e con la madre stava cercando di attraversare il mare che unisce la Libia e l’Italia. Ma non piangete, se siete fra quelli che “eh, ma anche gli italiani sono in difficoltà”. Perché non avete nessun diritto al dolore, voi che così bene avete contribuito a crearlo.
A cura di Saverio Tommasi
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Joseph era un bel bambino e veniva dal mare.
Joseph compiva sei mesi e non sapeva ancora cantare.
Joseph odorava di mare quando ieri è morto perché la barca su cui viaggiavano si è spaccata nel mezzo.

Ma non piangete, se siete fra quelli che "eh, ma anche gli italiani sono in difficoltà".
Non piangete se siete fra quelli che "ma non possiamo accoglierli tutti" o "tutta l'Africa in Italia non ci sta".
Non piangete se "le 35 euro, il wifi gratuito e gli alberghi".
Non piangete se ora piangete solo perché Joseph era un bambino.
C'erano anche le donne incinte ieri, in acqua e aggrappate a quel pezzo di legno che si è sfondato nel mezzo. Ma non piangete, se fate finta di non sapere di chi erano incinte molte di quelle donne.

Non piangete se siete fra quelli che "sono bambini ma poi crescono".
Non piangete se "gli uomini vengono qui a stuprare le nostre donne", quando la maggioranza delle violenze avviene in famiglia, da parte di uomini italiani.
Non piangete, se siete la gente dei porti chiusi, quelli del "i tuoi calzini io non li voglio" e poi venti euro due spritz.
Non piangete se la miseria degli altri vi trasforma in miserabili.
Non piangete, se siete quelli che i decreti Salvini si sono cambiati ma gli accordi con la Libia, "quelli li lasciamo perché li abbiamo fatti noi".
Non piangete se siete sinceri democratici però "le case popolari prima agli italiani", e "la sanità pubblica prima a chi vive qui da dieci anni".
Non piangete se "io non sono razzista ma…".
Non vi permettete di piangete, se "prima gli italiani". O "prima i milanesi, prima i fiorentini". Se mettete prima qualcuno e dopo altri, non piangete, non avete nessun diritto al dolore perché di quel dolore siete fra i procuratori.
Non vi permettete di piangere, se siete eletti nell'attuale maggioranza ma sui soldi con cui l'Italia paga i carcerieri libici non dite una parola perché poi il seggio in Parlamento mica te lo ridanno se fai notare che qualcuno dei tuoi timonieri mente.
Non piangete se siete fra quelli che commentano ad cazzum e ad minchiam, quelli che mettono le faccine sorridenti sotto alle notizie dei naufragi, o quelli che per le loro sfighe incolpano quelli ancora più sfigati.

Non piangete se siete lì a cincischiarvi nel chiedervi "ma queste persone da cosa scappavano".
Non piangete se non sapete neanche dove cercare sulla cartina geografica i Paesi nei quali sono nati.
Non piangete se pensate di avere qualche merito, anche piccolo, nell'essere nati qui invece che là.

Non piangete, se andate in Chiesa e poi magari avete qualche difficoltà nel dire che Joseph e Gesù bambino sono la stessa cosa.

Se siete soliti alla bestemmia dicendo "meglio a loro che a noi" oppure "chi si fa i fatti propri campa cent'anni", non piangete. Non avete nessun diritto di sporcare il grido di quella Madonna sulla nave, che dal bordo del gommone urla "ho perso mio figlio".

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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