“Non ha definito Hamas terrorista”: l’incontro tra il Papa e una delegazione israeliana diventa un caso
L'incontro di Papa Francesco con una delegazione israeliana e una palestinese in Vaticano ha innescato una spirale di accuse e polemiche. Il Pontefice ha ricevuto prima alcuni parenti degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri da Hamas, e poi dei cittadini palestinesi provenienti da Gaza: secondo i primi Bergoglio avrebbe parlato terrorismo senza fare distinzioni, per poi concordare con le famiglie di Gaza secondo cui nella Striscia si starebbe consumando un genocidio.
"Non ha mai nominato Hamas e non ne ha parlato come un'organizzazione terroristica", ha raccontato un cittadino israeliano che ha partecipato all'incontro. "Non ci può essere nessuna equivalenza tra Hamas che è un'organizzazione terroristica e si fa scudo dei civili e Israele che difende i civili", ha detto un altro familiare degli ostaggi. Un altro ancora, invece, ha definito l'incontro efficace in quanto "ci ha ascoltati".
Ricostruzioni dell'incontro in questi termini, però, sono state smentite a stretto giro dal Vaticano. Il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, affermando che sia "irrealistico" che il Papa abbia usato parole come genocidio. "È un termine molto tecnico che si applica a determinate situazioni. Non so se in questa situazione si possa parlare di genocidio". Sulle parole della delegazione israeliana, scontenta del fatto che il Papa avrebbe parlato in modo indistinto di terrorismo, il cardinale ha aggiunto: "È difficile accontentare sempre tutti. Credo che questo sia uno stile un po' generale della Santa Sede. Vediamo negli interventi del Papa, non entra mai in merito chiamando per nome e cognome le persone o le situazioni, però evidentemente che si riferisce a certe situazioni. Chi vuole capire capisce".
Nonostante le precisazioni, sono comunque arrivate le critiche dalla presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni: "Il Papa mette tutti sullo stesso piano di partenza e di arrivo. Ma la partenza è il terrore che esegue il disegno di sterminio degli ebrei nel mondo intero mentre la guerra è necessaria alla difesa di Israele e della sua popolazione. Comporta sofferenza ma alle vittime va associato chi è il vero responsabile".