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Non fate le multe a Gasparri, è troppo impegnato per pagarle

Carta intestata del Senato alla mano, il “Sen. Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo Parlamentare ‘Il Popolo della Libertà presso il Senato della Repubblica…” ha chiesto di non pagare le multe comminategli dai vigili urbani di Roma. Scopriamone il motivo.
A cura di Biagio Chiariello
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Non fate le multe a Gasparri troppo impegnato per pagarle

E' una lettera con tanto di intestazione del Senato della Repubblica quella che il 22 marzo scorso si è visto recapitare l’Ufficio Contravvenzioni del Comune di Roma. Oggetto: una richiesta di archiviazioni di alcune contravvenzioni. Mittente: il "Sen. Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo Parlamentare ‘Il Popolo della Libertà presso il Senato della Repubblica… Maurizio Gasparri". La vicenda è stata denunciata da Il Fatto Quotidiano che spiega come la missiva inviata ai vigili capitolini abbia che fare con le multe somministrate a Gasparri per il mancato rinnovo del pass per la zona a traffico limitato nel centro storico della Capitale, dove il Senatore risiede con la sua famiglia. Per la precisione l'auto, una Mercedes Classe A, è intestata ad Amina Fiorillo, moglie del capogruppo del PdL a Palazzo Madama.

Gasparri, in sintesi, non vuole pagare le contravvenzioni. Motivo? Non ha avuto tempo per rinnovare il documento a causa dei "continui e ripetuti impegni in diverse parti d'Italia correlati al mio mandato istituzionale". In altre parole, Gasparri non ha pagato il pass perché, nel pensare a ciò che va fatto per il Paese, si è dimenticato dell'onere amministrativo. Il permesso in questione, peraltro, viene "rinnovato con scadenze anomale, tipo ogni tre anni – sottolineerà poi Gasparri allo stesso quotidiano di Padellaro e Travaglio – quindi non è come l'assicurazione, o il bollo… quando scade non c'è neanche un avviso al titolare. Mia moglie non l'ha rinnovato, può capitare".

Ad di là del fatto che la contestazione delle multe va fatta con ricorso al giudice di pace e non all'ufficio contravvenzioni, ciò che desta perplessità è il modo pomposo col quale il parlamentare pidiellino si è presentato, utilizzando la carta intestata del Senato. Quasi un tentativo di imporre la propria autorità ai vigili urbani. Per questo motivo gli stessi giornalisti del Fatto lo hanno contattato telefonicamente. Gasparri, però, non ci sta a passare per quello che "utilizza vie preferenziali".

Non c'entra niente il fatto di essere parlamentare, non ho il permesso in qualità di parlamentare, ho il permesso come residente. Non è che non ne avevo il diritto, è che non l'avevo rinnovato».

Ma allora perché usare la carta intestata di Palazzo Madama, chiedono giustamente quelli del Fatto, sottolineando che si sarebbe potuto tranquillamente presentare come "Sig. Gasparri, residente in Via tal dei tali …" Il nostro risponde:

Non è questo il problema, quello che mi chiederanno di pagare pagherò, quella lettera non è tesa a procacciarsi un ingiusto vantaggio. Io sono quello che sono, mica mi devo vergognare di quello che sono né devo chiedere un privilegio per la mia posizione. Sono un senatore, uso la carta intestata, che devo fa’?»

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