“Non era una brava persona né uno statista, era un nemico”: così Potere al Popolo ricorda Berlusconi
La morte di Silvio Berlusconi ha scosso il mondo politico nazionale e internazionale. La notizia della sua scomparsa è rimbalzata da questa mattina sulle homepage di tutti i siti d'informazione. In tanti hanno voluto condividere un ricordo, per accomiatarsi dal leader e fondatore di Forza Italia. Il Cavaliere si è spento questa mattina alle 9:30, questo l'orario del decesso diffuso dall'ospedale San Raffaele, dove l'ex premier era ricoverato da venerdì per sottoporsi a una serie di controlli, che secondo i medici che lo avevano in cura erano esami già programmati.
Ma accanto ai messaggi di cordoglio, alle dichiarazioni commosse cariche di stima e affetto, non è mancato anche chi, anche in questo momento di dolore e sbigottimento generale, ha voluto ancora una volta prendere le distanze e attaccare l'ex premier per la sua carriera politica e per il suo operato. È il caso di Potere al Popolo che sul suo profilo Twitter ha scritto un messaggio durissimo, in disaccordo con quanti in questo momento gli stanno indirizzando attestati di stima: "No, non era un grande statista, non era una brava persona. E no, non vogliamo dimostrare il nostro cordoglio. Silvio Berlusconi è stato uno dei loro, un nemico. E come tale va ricordato". Firmato: "I soliti comunisti". Una voce fuori da coro.
In più di un'occasione Berlusconi ha portato avanti la sua battaglia contro il comunismo, uno dei suoi leitmotiv. Famoso il suo intervento in un comizio a Cinisello Balsamo nel 2009: "Questo vi fa capire la differenza tra noi e loro. Noi non siamo mai andati a disturbare l’incontro tra capi ed elettori perché siamo uomini democratici. Hanno strumentalizzato la paura, la speranza, il dolore, i morti, vergogna! Non avete dignità, non sapete cosa è la nobiltà d’animo, la democrazia, la libertà, siete ancora oggi e come sempre dei poveri comunisti", disse gridando a un gruppo di persone che lo stavano contestando.
Tra le tante battute e frasi celebri ce ne è una pronunciata nel 2003 a Wall Street, quando per convincere gli imprenditori italiani e americani ad investire nel nostro Paese disse: "L'Italia è un paese straordinario per fare investimenti. Oggi ci sono molti meno comunisti in Italia: sono al 16 per cento anche se negano di esserlo mai stati. Un altro motivo per investire in Italia è che abbiamo bellissime segretarie".
E ancora, quando nel 2014 Matteo Renzi, allora segretario del Pd, divenne anche presidente del Consiglio, Berlusconi per fargli un complimento disse: "Renzi è bravissimo, ha fatto fuori più comunisti lui in due mesi che io in 20 anni".