Cala la stima mensile degli occupati, aumenta il numero di inattivi e diminuisce il numero dei disoccupati. Sono questi, in estrema sintesi, i dati provvisori diffusi dall’ISTAT relativamente al mese di luglio. Nel dettaglio, l’istituto di statistica rileva che “la stima degli occupati cala dello 0,3% rispetto al mese di giugno (-63 mila), interrompendo la tendenza positiva registrata nei quattro mesi precedenti (+0,4% a marzo, +0,5% ad aprile, +0,2% a maggio e giugno)”.
Il calo dipende completamente dai lavoratori indipendenti (-68mila) e riguarda soprattutto le donne. Per quel che concerne il trimestre maggio – luglio il dato degli occupati resta positivo, +0,7%. Questi dati vanno incrociati con quelli sugli inattivi (+53mila a luglio, dopo un calo costante nei 4 mesi precedenti) e con quelli sui disoccupati, la cui stima mensile a luglio cala dell’1,3% (-39 mila unità in valori assoluti).
Il report ISTAT fa anche il bilancio annuale: “Si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,2%, pari a +266 mila). La crescita tendenziale è attribuibile ai dipendenti (+1,7%, pari a +285 mila) e si manifesta per uomini e donne, concentrandosi soprattutto tra gli over 50 (+402 mila). Nello stesso periodo calano sia i disoccupati (-1,5%, pari a -44 mila) sia gli inattivi (-2,9%, pari a -407 mila).”
Non è un Paese per giovani
Tra gli aspetti più rilevanti del report di luglio vi è certamente la partecipazione al mercato del lavoro per classi di età. A luglio “il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 39,2%, in aumento di 2,0 punti percentuali rispetto al mese precedente”. Il tasso di disoccupazione aumenta anche fra i 25-34enni (+0,5%), cala leggermente nella fascia 35-49 (-0,3%) e in modo consistente per gli ultracinquantenni (-0,6%).
Il confronto con gli ultimi mesi mostra ancora più chiaramente il calo del numero di occupati under 24:
Guardando sempre agli ultimi 12 mesi, si nota come la distribuzione dei 266mila posti di lavoro in più non sia omogenea e penalizzi molto gli under 50. Nel confronto con luglio 2015, infatti, gli occupati under 49 calano di 136mila unità: la flessione è particolarmente rilevante per la fascia dai 35 ai 49 anni di età (nella quale si registra anche calo degli inattivi per 96mila unità). Il numero degli ultracinquantenni occupati sale invece di 402mila unità in un anno e di 48mila nel solo confronto giugno – luglio.