Aumentare la spesa militare italiana è un errore di strategia, prima ancora che uno spreco di soldi. Significa puntare sul cavallo senza gambe, e su un'umanità senza sogni grandi.
In questo momento l'Italia spende 25 miliardi di euro l'anno, cioè 68 milioni di euro al giorno. Vi rendete conto che è già questa una cifra spaventosa?
Oggi voteranno per portare questa cifra a 38 miliardi di euro l'anno, ovvero 104 milioni al giorno.
Il Parlamento ha puntato sulla guerra, invece che sul pane.
Rispondere alla clava con la clava sarebbe riuscito anche a Fred Flintstone, per una scelta così stupida non avremmo avuto necessità di parlamentari.
Niente di nuovo dall'era primitiva a oggi, nonostante nel frattempo abbiamo inventato le camicie e le navicelle spaziali.
Plauto scrisse: "Homo homini lupus", cioè "l'uomo è lupo per l'altro uomo", cioè il pericolo più grande per la razza umana è proprio la razza umana.
Una specie che si difende creando bombe sempre più potenti contro i propri simili, fino a che qualcuno quelle bombe le userà, e sarà troppo tardi per dire "colpa sua" oppure "mamma, però ha iniziato lui!"
Perché a quel punto qualcun altro risponderà, e poi un'altra volta ancora, e con sei o sette di quelle bombe piazzate bene, terminerà la specie umana. Sembra strano, vero? Anche una pandemia mondiale nessuno se la sarebbe aspettata. Neanche i campi di concentramento di Hitler sembravano possibili. I putiniani d'Italia giuravano che la Russia non avrebbe mai invaso l'Ucraina, per dirne un'altra.
Aumentare le spese militari è un errore strategico. Ma aumentarle prendendo addirittura i soldi dall'abolizione del reddito di cittadinanza – come una parte della destra italiana ha proposto – è qualcosa di allegorico.
La verità è che il problema principale dei ricchi sono i poveri, che da sempre costituiscono la manovalanza di ogni esperimento al contrario. Se qualcuno non rispetta le norme di sicurezza, a lasciarci la vita o un braccio, sono i dipendenti. E quelli che vanno in guerra sono gli ultimi dipendenti della scala sociale. Sì, in guerra ci vanno i poveracci, nessun laureato alla Bocconi imbraccia un fucile.
Nessun ex carabiniere viene eletto in Parlamento, nessun ragioniere siede come Ministro, nessuno perito industriale voterà mai un piano di riarmo nucleare. Le scelte sul futuro dell'umanità le fanno i ricchi, quelli "studiati" si dice dalle mie parti, senza particolare rispetto.
Siamo tutti uguali soltanto negli incubi dei privilegiati.
Il fatto di voler aumentare le spese militari, subordinandole alle necessità di scuola e sanità, significa aver scelto il futuro di questa nazione.
E proporre di prendere i soldi per compensare l'aumento delle spese militari dal reddito di cittadinanza è il tassello mancante, ma necessario per rimpinguare le truppe, infoltire gli eserciti, scegliere i nuovi piloti dei carri armati che verranno poi inceneriti dal primo drone nemico; ma proprio per questo sarà necessario avere tanti piloti e tanti carri armati, no? Carne da macello, sacrificabile sull'altare della patria.
Servono disperati e disoccupati, per aumentare il numero dei soldati; perché se il disoccupato lo salvi con un reddito di cittadinanza – e poi con un lavoro – lui non sceglierà (quasi) mai di arruolarsi. I poveri sono poveri, ma mica scemi.
La propaganda bellica funziona soprattutto su chi ha una necessità e da questo bisogno si vede prosciugato il tempo della riflessione: ed è qui che entra la retorica della pubblicità bellica e lo frega. Ma non si tratta di persone stupide, semplicemente sono persone circuite da strategie più grandi di loro (e di me).
Aumentare le spese militari per ridurre i conflitti è come mangiare panna per diminuire le calorie ingerite. La panna non spaventa il burro d'arachidi, si somma.
Volete un altro esempio? Insultare qualcuno per convincerlo a smettere di insultarvi, pensate sia efficace?
Non respirare per farsi passare l'affanno.
Sudare quando si ha sete.
Spogliarsi quando si ha freddo.
Aumentare le spese militari significa cercare di fermare la causa con un'azione che con la causa ci brinda.
Mia nonna – era molto piccola e viveva in campagna – un giorno decise di liberarsi degli scarafaggi che infestavano la sua cameretta dando loro il pane, che a lei non piaceva, pensando non piacesse neanche a loro. Così una notte cosparse di briciole il corridoio e sotto il letto, poi nel cuore della notte si svegliò e trovò gli scarafaggi che banchettavano.
Se dai nutrimento ai sentimenti peggiori, qualunque sia la parte del corridoio per cui tu hai deciso di batterti, a rimetterci sarà sempre la "povera gente".
Pensare che un missile convinca un altro missile a non essere sparato è come farsi un'amante per convincere la propria moglie a non farsene uno pure lei.
Armi per contrastare armi significa togliere ossigeno alla pace.
"Se vuoi la pace prepara la guerra" è una frase che suona bene come "ho inventato una dieta in cui puoi mangiare solo gelato" oppure "per diventare virologo ti basta leggere un articolo scritto bene da mio cugino che trovi su internet".
Sono frasi che se le traduci in latino suonano ancora meglio, ma nella realtà dei fatti sono già state sepolte dalla Storia. Ma si sa, a certa disumanità piace scavare.
Oggi il Governo metterà la fiducia sull'aumento delle spese militari; io ricordo Gino Strada quando disse: "Se un governo cade perché appoggia una guerra io faccio un bel brindisi".