Stop all'invasione. La retorica preferita della destra sui migranti è tornata al centro del dibattito dell'opinione pubblica, con la solita percezione distorta del fenomeno. I primi passi del governo Meloni sono stati chiari: guerra alle Ong, nessun rispetto dei diritti umani e narrazione tossica sugli sbarchi. Tutto per nascondere i veri problemi del Paese. Il pugno duro del ministro Piantedosi, centinaia di persone in precarie condizioni di salute e psicologiche tenute in ostaggio sulle navi umanitarie al largo della Sicilia. Poi lo sbarco selettivo, la palese violazione delle regole internazionali e alla fine il via libera per tutti i migranti. Ma quanto c'è di vero nella propaganda della destra sugli sbarchi? Siamo davvero davanti a un'invasione? La risposta breve è no. Per quella lunga servono un po' di numeri.
Il primo dato da cui partire è quello assoluto: l'Italia non è – neanche lontanamente – il Paese europeo che ospita il maggior numero di rifugiati. I dati sono dell'Unhcr: la Germania ospita 1,49 milioni di rifugiati, la Francia 543mila, il Regno Unito 223mila, la Spagna 219mila e l'Italia 191mila. Insomma, non c'è alcun tipo di disparità con gli altri Paesi europei. Anzi. Se è vero che l'Ue è deficitaria nella gestione comune dei migranti non è certo l'Italia il Paese più penalizzato dall'assenza di una politica comunitaria.
Il numero assoluto, però, non basta. Secondo l'analisi dell'Ispi, ad esempio, non è vero che l'Italia è il Paese che accoglie più rifugiati, anche in base alla percentuale sulla popolazione. Nel 2021, subito prima della guerra in Ucraina, il Paese che aveva accolto di più era la Svezia con il 2,3% della popolazione, seguito da Germania (1,5%), Grecia (1,1%), Francia (0,7%), Danimarca (0,6%), Paesi Bassi (0,6%), Spagna (0,3%). L'Italia, per capirci, era ferma allo 0,2% della popolazione.
Lo stesso discorso vale per le richieste d'asilo, sempre secondo quanto riportato dall'Ispi: tra settembre 2020 e agosto 2022 ne sono state presentate un corrispettivo pari allo 0,16% rispetto alla popolazione italiana. In Grecia lo 0,42%, in Germania lo 0,36%, in Spagna lo 0,34%, in Francia lo 0,32%, nei Paesi Bassi lo 0,29%, in Svezia lo 0,24%.
Allora si penserà: certo, ma quali richieste d'asilo e rifugiati, qui sono tutti irregolari. Non è vero neanche questo: il numero degli irregolari in Italia è stabile – e soprattutto allineato in percentuale, rispetto agli stranieri, ai numeri degli altri Paesi europei – da ormai dieci anni. Continuano ad arrivare migranti irregolari, come succede negli altri Stati, ma il numero assoluto non aumenta perché in Italia non ci vogliono restare. E in qualche modo, alla fine, se ne vanno. Grazie anche a un sistema di integrazione totalmente inesistente.
Ora il punto è chiaro: alla destra conviene continuare con la retorica dell'invasione, dell'islamizzazione dell'Italia e altre follie simili. E soprattutto alla destra conviene battere il pugno dentro casa, puntando il dito contro l'Europa che – seppur con grandissime lacune e un meccanismo di redistribuzione che non ha mai funzionato – accoglie più dell'Italia stessa. Perché è estremamente semplice bloccare centinaia di persone in mare, fare la guerra alle navi umanitarie delle Ong e utilizzare gli esseri umani per trattare.
Ciò che si ottiene, alla fine, è che la Francia ha rinunciato a ospitare 3.500 rifugiati attualmente in Italia – aprendo anche un caso diplomatico – per far sbarcare la Ocean Viking, in cerca di un porto sicuro in giro per il Mediterraneo da giorni, dopo essere stata in sosta davanti alla Sicilia. A bordo 234 persone, molti bambini, casi sanitari gravi, polmoniti. Il governo italiano ha rilanciato la sua propaganda, perdendo sonoramente sulla redistribuzione, ma ha tenuto trecento esseri umani in mare qualche giorno in più e ha vinto: sbarcheranno in Francia. Il bello è che la destra se ne vanterà sicuramente. È la solita narrazione tossica, che non porta risultati ma solo odio. Altro odio.