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Non c’è ancora una data per le riaperture, il 30 aprile potrebbe non cambiare nulla

Il presidente del Consiglio è stato chiaro: l’intenzione del governo è chiaramente quella di riaprire le attività chiuse prima possibile, ma non c’è ancora alcuna data. Draghi ha spiegato che tutto dipenderà da due fattori: l’andamento del contagio da Covid sulla popolazione e il ritmo che riuscirà a raggiungere la campagna vaccinale. Arriverà una direttiva del generale Figliuolo che indicherà la vaccinazione delle categorie a rischio come parametro per le riaperture.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La conferenza stampa tenuta dal presidente del Consiglio nel tardo pomeriggio ha toccato tanti temi diversi, ma sul più atteso – le riaperture – la risposta è stata la stessa che arriva da settimane da Palazzo Chigi: si valuteranno in base ai dati. La platea di esponenti politici che chiede e ipotizza di stilare un calendario delle riaperture si allarga sempre di più, non solo Salvini, ma anche Renzi, la ministra Gelmini e il sottosegretario Sileri – appartenenti a partiti diversi che compongono la maggioranza Draghi – ma dal presidente del Consiglio arrivano parole chiare: "Le riaperture dovranno esserci, ma non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni, dipende dall'andamento dei contagi e dei vaccini".

La chiave è sempre la stessa dunque. Anzi, sono due: capire come andrà l'andamento dei contagi, ma soprattutto il ritmo a cui procederà la campagna di vaccinazione. Ora come ora una data non c'è, è il messaggio di Draghi. Si rivolge a tutti gli italiani, ma anche e soprattutto ai ministri e parlamentari della sua maggioranza che, soprattutto dopo le ultime proteste di ristoratori e ambulanti che hanno infiammato le piazze italiane, sono tornati a insistere sul tema. "Il 30 aprile è la data di scadenza del periodo previsto nell'ultimo decreto", ha spiegato Draghi riferendosi alla fine della sospensione della zona gialla. Ma anche aggiunto che, nel dl, "si dice anche che qualora l'andamento delle vaccinazioni e dei contagi mostrasse la possibilità, si possono riconsiderare le cose anche prima".

In sostanza da qui a fine aprile potrebbe cambiare tutto, ma anche restare tutto così com'è. "Il governo sta lavorando su tutto questo", ha rassicurato Draghi. Ma "avere delle date significa conoscere esattamente i parametri rilevanti a una certa data". E in questo senso il presidente del Consiglio ha annunciato che presto arriverà una direttiva del generale Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza Covid, su come inserire il parametro delle vaccinazioni per le categorie a rischio tra quelli che si utilizzano per autorizzare le riaperture. In sostanza più le Regioni sono avanti con la campagna di vaccinazione dei soggetti anziani (over 75) e fragili, più sarà probabile la riapertura. Draghi, però, è stato chiaro: "In tutto questo c'è la volontà del governo di vedere le prossime settimane come di riaperture non di chiusure". L'intenzione c'è, dice Draghi, ma dipenderà, ancora una volta, dal virus.

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