‘Non avere paura’, alla Camera una mostra per il femminile
Attrici, giornaliste, suore, spose, detenute del carcere di Rebibbia, giovani e mature sono le protagoniste della mostra aperta oggi in occasione della manifestazione Montecitorio Porte Aperte, uno straordinario omaggio al monto femminile. La cifra 3.375.020.000 del titolo della mostra è riferito al numero complessivo, molte delle quali non hanno raggiunto ancora diritti civili e sociali.
Il presidente della Camera Laura Boldrini, soffermandosi sull'importanza di iniziative culturali, ha vivamente sottolineato:
Noi donne in Parlamento abbiamo una responsabilità nei confronti di tutte quelle donne che sono tenute in condizione di disuguaglianza: non possiamo passare di qui senza lasciare il segno. Permettere il ricambio delle idee, anche a Montecitorio, che è sì il Palazzo degli Italiani, ma anche della cultura: dall'inizio della legislatura qui sono venute in visita oltre 800 mila persone.
La pluralità del mondo femminile è narrata dai vastissimi racconti che nella condivisione assumono una valenza universale. Le donne coinvolte sono riprese in video, in cui attraverso il palmo delle loro mani veicolano ognuna un messaggio diverso. Il semplice gesto di tingersi le mani di un messaggio profondo da mostrare ha un che di ipnotico. L'ideatrice Francesca Montinaro spiega:
Questa è un'opera meravigliosa, non per me, ma perché è frutto dell'ascolto: ho incontrato oltre 600 donne, che hanno avuto coraggio di sedersi e mostrarsi. Sono emozionata, perché sono italiana e noi siamo una grande nazione dalla storia importante. Le donne che ho incontrato hanno fatto emergere il loro bisogno di dire alle altre donne di non avere paura di realizzarsi: da qui nasce il titolo della mostra. Anche questo è un messaggio importante: accanto a uomini immobili ci saranno donne in movimento in un luogo come questo, in cui il voto è segreto, queste donne si prendono la responsabilità di ciò che fanno. Metterci la faccia è una cosa molto femminile.
L'installazione si è trasferita nel Corridoio dei Busti, al fianco delle icone statuarie dell'Italia risorgimentale, post-unitaria e repubblicana, dove resterà fino al 4 febbraio. "Amor proprio", "Non siamo tutti uguali", "Pensate di me quello che vi pare", "Inizia a ridere di te adesso", "Sai chi sei?": questi alcuni degli incisivi messaggi sui pannelli dell'installazione, rompono il silenzio smuovendo emotività e partecipazione.