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Nomine Ue, Giuseppe Conte: “Mi piacerebbe che ci fosse una donna come presidente della Commissione”

Giuseppe Conte torna a Bruxelles per partecipare al vertice sulle nomine delle istituzioni europee. Riconfermando che non c’è alcun allineamento dell’Italia con i Paesi Visegrad, ma si tratta di un opposizione a un pacchetto precostituito, il presidente del Consiglio rivendica un portafoglio economico di peso per l’Italia. “L’Europa è a 28, non a due, tre o quattro”, afferma. Poi anticipa: “Mi piacerebbe che ci fosse una donna alla guida della Commissione”.
A cura di Annalisa Girardi
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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è tornato a Bruxelles per partecipare al vertice sulle nomine per i vertici delle istituzioni europee. Alla stampa ha subito negato l'allineamento che lo vedeva a fianco dei Paesi Visegrad per ostacolare il pacchetto Osaka, un pacchetto di nominativi emerso da un'intesa di alcuni leader del G20: un accordo fra Germania, Francia, Olanda e Spagna che voleva il socialista Frans Timmermans alla guida della Commissione, il popolare Manfred Weber all'Europarlamento e un francese alla Bce. "Abbiamo cercato di far capire che dobbiamo decidere tutti, non possiamo avviare una nuova legislatura sulla base delle decisioni di un blocco precostituito. Ho spiegato ai miei omologhi che l’Europa è a 28, non a due, tre o quattro. Rappresento tutti i cittadini italiani, per cui se non partecipo alle decisioni l’offesa non è al presidente del Consiglio italiano, ma ai milioni di cittadini italiani che hanno votato regolarmente e che hanno diritto ad essere rappresentati", ha affermato Conte.

Il presidente del Consiglio ha parlato di un'intensa attività diplomatica: "Bisogna coinvolgere gli altri Paesi, altrimenti non si va da nessuna parte. Servivano almeno 8 Stati per creare un blocco. È scorretto dire che l’Italia ha fatto strategia con i paesi Visegrad: noi abbiamo fatto asse con altri 10 Paesi e sicuramente con questi abbiamo sensibilità diverse, per cui non c’è alleanza precostituita, predefinita: semplicemente siamo riusciti a coinvolgere altri Paesi, tra cui anche quelli di Visegrad, ciascuno con le sue differenze, ma ci siamo ritrovati su questo obiettivo comune. Oggi partecipiamo al consiglio consapevoli di poter partecipare alle decisioni", ha continuato, rivendicando al tempo stesso un portafoglio economico di peso per l'Italia e il diritto di partecipare alle decisione finale.

"Mi piacerebbe una donna alla guida della Commissione"

Conte è quindi tornato a criticare il criterio dello Spitzenkandidat: "Non possiamo scegliere il presidente della commissione in questo modo, perché significa che le affiliazioni politiche prevalgono sulle altre considerazioni. Chiaramente questa è una nomina che dovrà essere vagliata dal Parlamento, dove siedono i gruppi politici, per cui non ha senso non pensare alle famiglie politiche. Ma questo criterio non pùò essere assolvente, ce ne sono degli altri. In primis deve essere una personalità con una visione strategica per il futuro, poi conta distribuzione geografica, e infine c'è anche il criterio di genere. A me piacerebbe un presidente della commissione donna", ha proseguito Conte. In questo senso, starebbe circolando il nome della bulgara Kristalina Georgieva alla guida della Commissione; ma c'è anche quello di Ursula von der Leyen, la ministra tedesca della Difesa. Conte potrebbe aver fatto riferimento a uno di questi due nomi, ma a trattative ancora in corso il presidente del Consiglio non si è voluto sbilanciare. Sul tavolo anche i nomi della danese liberale Margrethe Vestager e della presidente lituana uscente Dalia Grybauskaite.

La stampa ha approfittato per rivolgere qualche domanda a Conte anche per quanto riguarda la procedura d'infrazione che potrebbe venire aperta a carico dell'Italia. "Ieri abbiamo approvato un disegno di legge per quanto riguarda l’assestamento di bilancio e la rendicontazione, per cui possiamo inviare i documenti ufficiali in Europa mettendo sul piatto oltre 7 miliardi che ci permettono di essere in linea con le previsioni che avevamo anticipato, cioè con il famoso 2,04%. La cosa più bella da comunicare agli italiani è che non stiamo tagliando spese sociali o altro, semplicemente ci sono maggiori entrare e maggiori ricavi. Avevamo anche fatto delle stime prudenziali per cui ci sono dei risparmi di spesa. Mettiamo sul piatto quello che è un aggiornamento della nostra contabilità: per il cittadino italiano non deriva nessun pregiudizio", ha concluso Conte.

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