Nomine Ue, continua lo stallo dopo una notte di trattative: “Accordo complicato”
Continuano i negoziati questa mattina all'alba a Bruxelles sulle le nomine dei nuovi vertici delle istituzioni europee. Un "accordo complicato", affermano alcune fonti diplomatiche all'Ansa, quello sui successori di Jean-Claude Junker alla Commissione europea e di Donald Tusk al Consiglio. Verso le 10 di ieri sera la situazione pareva bloccata in uno stallo, ma nella notte alcuni punti parrebbero essersi sbloccati. "Sarebbe assai irresponsabile uscire da qui senza una decisione: il Parlamento si insedia domani, oggi è il giorno per trovare un accordo", continuano le fonti. Le riunioni proseguono ormai da oltre una decina di ore, ma tecnicamente la discussione potrebbe andare avanti tutto il giorno.
Non sarà semplice raggiungere un'intesa. La candidatura di Frans Timmermans, capolista dei socialisti, per l'esecutivo Ue resta sul tavolo della discussione, nonostante ci siano ancora dai 7 ai 10 capi di Stato e di governo fermamente contrari. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte già ieri aveva affermato che l'Italia sta valutando la nomina di Timmersman, dopo il veto della Lega sul politico olandese, in linea con il secco "no" arrivato dai Paesi Visengrad. Il Ppe, da parte sua, avrebbe accusato la cancelliera tedesca Angela Merkel di non aver difeso abbastanza il candidato popolare Manfred Weber per la posizione alla guida della Commissione. Il vicepresidente del Ppe, Antonio Tajani, si oppone alla nomina del socialista Timmermans in quanto "si andrebbe contro la volontà popolare: nulla di personale, ma siamo noi la prima forza politica in Europa".
Socialisti e popolari
Nonostante ciò, il nome di Timmersman per l'esecutivo Ue rimane tra le opzioni favorite. "Vedremo", ha detto Conte alla stampa: "L'Italia è aperta per un dialogo costruttivo, fin dall'inizio mi sono dichiarato molto aperto. Ma ho anche dichiarato che per me non c'è solo il criterio dello Spitzenkandidat. Per me non è l'unica soluzione. Mi sembra che sia difficile rimanere legati solo a questo criterio". Un principio invece sostenuto da Tajani, che dichiara: "Da parte del Partito popolare europeo, io credo che si debba difendere il principio dello Spitzenkandidat. Chi ha vinto le elezioni deve fare il presidente della Commissione europea e il Ppe ha vinto le elezioni. Quindi il presidente della Commissione deve essere un nostro rappresentante".
In ogni caso, non è detto che si arrivi oggi ad una soluzione, prosegue Conte. "La verità è che non c'è un patto di Osaka: è un fraintendimento. Perché è stato deciso il giorno prima di Osaka", afferma in riferimento ad un pacchetto di nomi per i vertici delle istituzioni europee che sarebbe emerso da un'intesa dei leader riuniti a Osaka, in Giappone per il G20. L'accordo, sarebbe stato raggiunto fra Germania, Francia, Olanda e Spagna e prevedeva Timmermans alla guida della Commissione, Weber per il Parlamento e un francese alla Bce.
Per il presidente del Consiglio bisogna "tenere conto che stiamo scegliendo un presidente che dovrà guidare l'Europa per i prossimi cinque anni con una grande strategia e visione: dobbiamo cercare di mantenerci flessibili nella scelta del candidato più giusto e che sicuramente raccolga il più ampio consenso". Continua poi Conte: "La logica del pacchetto è la migliore, perché consente di avere un equilibrio generale nella designazione delle varie posizioni. È quella auspicabile però vediamo".
Le difficoltà nel concordare le nomine erano prevedibili: infatti, né i popolari né i socialisti hanno raggiunto la maggioranza nelle ultime elezioni dell'Europarlamento, e il quadro generale risente sempre più delle spaccature regionali. La nomina del presidente della Commissione avviene attraverso maggioranza qualificata rafforzata, ossia il 72% degli Stati membri e il 65% della popolazioni. Il blocco Visegrad, l'opposizione più forte all'olandese Timmermans, non riuscirebbe da solo ad ostacolarne la nomina, ma in ogni caso bisognerà anche attendere che il Parlamento europeo elegga il suo presidente mercoledì prossimo, in quanto poi la guida della Commissione dovrà ottenere il consenso di quest'ultimo.
Le riserve di Conte sul pacchetto Osaka
"È un pacchetto che mi ha lasciato molto perplesso, e la ragione per cui l’Italia ha subito mosso delle perplessità insieme ad altri Paesi, circa 10, 11", ha affermato poi Conte alla stampa. Spiegando la presa di posizione dell'Italia, il presidente del Consiglio ha continuato: "È un criterio, quello che ci viene proposto, che è nato fuori dal mandato che avevamo conferito al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. È un criterio che è stato elaborato da alcuni esponenti dei più importanti partiti, quindi in sostanza si sta riproponendo il criterio dello Spitzenkandidat che avevamo abbandonato perché non funzionava, e tra l’altro si sta riproponendo in un pacchetto precostituito nato altrove".
L'Italia, ha sancito quindi Conte non può accettare un metodo di questo tipo. Ma questo non si traduce in un giudizio negativo su Timmermans: "Confido che domani si troverà una soluzione alternativa. Vorrei chiarire, l’Italia non è contro Timmermans. Personalmente ritengo che sia una persona di valore e di grande esperienza, quindi nulla contro la sua persona. Però se mi viene proposto questo metodo sono costretto a porre una riserva e a formulare evidentemente delle obiezioni", ha concluso il presidente del Consiglio.